“L’articolo 8 dei patti parasociali della Capo d’Anzio Spa recita testualmente: ‘Il presente contratto perderà ogni efficacia qualora Italia Navigando Spa non riuscisse a reperire i mezzi necessari alla realizzazione dell’impresa, entro il termine dei 12 mesi dall’ottenimento della concessione demaniale in favore della Capo d’Anzio Spa. Il tal caso Italia Navigando Spa si obbliga a cedere al Comune di Anzio che si obbliga ad acquistare al valore nominale l’intera partecipazione detenuta da Italia Navigando a quella data’. Sono chiarissimi i patti parasociali – sostengono i consiglieri comunali del gruppo misto ad Anzio Marco Maranesi e Davide Gatti – ma nessuno ha mai fatto nulla per farli rispettare. Marconi non ha portato un solo euro, sono anni che abbiamo la concessione ma la società privata Marinedi continua a detenere il 39% delle quote della oggi Marina di Capo d’Anzio”. Una dura presa di posizione all’indomani del consiglio comunale in cui si è deciso di riprendere le quote del socio privato. “Nel 2012 il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per la riacquisizione delle quote private – aggiungono i due consiglieri – ma in Comune nessuno ha mai dato seguito al voto dei Consiglieri, che rappresentano l’intera Città. Oggi approviamo una delibera di Consiglio per la riacquisizione delle quote, apriamo uno specifico capitolo di bilancio e tutto ci lascia pensare che nonostante questo niente cambierà. Non c’è la volontà di rendere pubblica la Capo d’Anzio e probabilmente non ci sarà più il tempo per farlo. Con i privati si ragiona meglio ed alcune figure, al contrario, stanno lavorando per privatizzare il porto di Anzio. Passeranno anni per intraprendere una forte azione legale per riavere le quote così come sono passati anni dall’ottenimento della concessione e dall’ordine del giorno del Consiglio Comunale. Pubblicamente, nelle sedi istituzionali, sulla stampa, si parla in un modo ma gli atti consequenziali vanno all’opposto. Oltre a questo il caos generato da varie scelte della Capo d’Anzio… vedi i bandi di concorso per impiegati ed operai che hanno generato in una Città sofferente false aspettative; vedi la lettera impropria del funzionario comunale D’Aprano agli ormeggiatori alla quale è stato fatto ricorso al Tar; vedi la revoca di quella disposizione a firma del Dirigente della Ragioneria, l’avete mai letta? Noi si e personalmente non l’abbiamo capito, poi l’abbiamo fatta leggere e nemmeno altri tecnici hanno capito! Bastava scrivere si revoca la disposizione n°, del… ma si è scelta un’altra strada. Vogliamo parlare del presunto conflitto d’interessi del Dirigente della Ragioneria del Comune che è anche il rappresentante dell’Ente nel Cda della Capo d’Anzio? Vogliamo parlare della Sede della Capo d’Anzio che è quella del Dirigente della Ragioneria? Vogliamo parlare del Presidente della Capo d’Anzio che in conferenza stampa aggredisce verbalmente tutti gli intervenuti… una su tutti, ad esempio, la professoressa Bonaventura?Vogliamo parlare della scena teatrale della delibera per la riacquisizione delle quote e delle resistenze pubbliche del Dirigente a darle seguito? Come non chiedere un nuovo Cda della Capo d’Anzio che sappia dar seguito alla volontà del Consiglio, della Città e che sappia ascoltare e dialogare con tutti gli interlocutori? Siamo stati in visita da autorevoli professionisti in materia e ci è stato detto che ci sono tutte le condizioni per salvare la Capo d’Anzio dal fallimento mantenendola pubblica. Interessa? Oppure è più semplice, dopo aver speso milioni di euro dei cittadini di Anzio, mantenerla ad un passo dal baratro per poi aspettare il benefattore privato?”.