Alla presenza delle Autorità civili e Militari sono state celebrate ieri le Cerimonie del 2 giugno nella ricorrenza del 72° anno della nascita della Repubblica. Si è iniziato dal Comune di Nettuno, in piazza Battisti, sotto al monumento ai caduti. In prima fila il Sindaco di Anzio, Luciano Bruschini e il Commissario prefettizio di Nettuno Bruno Strati, con la fascia tricolore che ha fatto da padrone di casa ospitando il Dirigente della Polizia Adele Picariello, il Comandante dei Carabinieri Lorenzo Buschittari, il Maggiore della Guardia di Finanza Massimiliano Lalli, il Comandante della Capitaneria di Porto Enrica Naddeo, il Comandante della Polizia locale Antonio Arancio e il Generale dell’Esercito Giuseppe Tortorelli, tutti in alta uniforme. In piazza i delegati delle Associazioni combattentistiche, dei partigiani e della croce rossa. Dopo gli Inni e la deposizione della corona a prendere la parola il Commissario Strati che, in un discorso appassionato come a Nettuno non si sentiva da anni, ha pronunciato parole di buon senso e di incoraggiamento per la città di cui è al timone e che ha “tutte le carte in regola per ripartire”.
“Rivolgo un cordiale saluto alle autorità presenti – ha detto il Commissario Strati – al Sindaco Bruschini la cui presenza qui oggi e la mia ad Anzio più tardi sottolinea il legame autentico e profondo tra le due città. Saluto le forze di polizia e i cittadini di Nettuno. Oggi è un onore e un privilegio ricordare la Festa della Repubblica, una delle tappe più importanti della nostra storia recente, che 72 anni fa nasceva, in una città come Nettuno, che ha vissuto tanta storia e i cui cittadini hanno pagato caro il conflitto. Dopo una Guerra terribile e sanguinosa in cui le forze della Resistenza hanno sconfitto fascismo e nazismo, anche le donne, protagoniste durante tutto il periodo del conflitto, hanno potuto votare. E finalmente poterono esercitare il loro diritto di voto, furono chiamati a decidere con un Referendum la forma Istituzionale del Paese e ad eleggere i Deputati dell’Assemblea costituente che avrebbero scritto la legge fondamentale della nostra Repubblica: la Costituzione. Quello del voto alle donne, che voglio ricordarlo rappresentò un momento chiave del processo di costruzione dell’Italia e una svolta radicale della storia del nostro Paese, non fu una concessione ma il risultato di un lungo processo di partecipazione attiva. L’Italia che andava alle urne era un Paese sconfitto, devastato, impoverito e con grandi emergenze da risolvere. Occorreva provvedere alla ricostruzione di gran parte delle città distrutte dai bombardamenti, pensare a sfamare la popolazione, assicurare le fondamentali condizioni igienico sanitarie, combattere l’analfabetismo diffuso. Eppure nonostante le macerie, i lutti, la fame e la povertà il nostro Paese viveva un grande fermento e forte era la volontà di cambiamento. Bisognava ricostruire l’Italia, l’Italia della Pace e della Democrazia. Ad andare a votare fu il 90% degli elettori che fin dalle prime ore del mattino si misero in fila davanti ai seggi. La Repubblica ottene il 54,3% dei voti per la Repubblica contro il 45,7% per la Monarchia una nuova pagina della storia del nostro Paese aveva inizio. L’assemblea costituente in cui erano presenti la componente cattolica, liberale e socialista riuscì a compiere il miracolo della ricostruzione della comunità nazionale e a fissare i valori e i principi nei quali oggi noi tutti ci riconosciamo. Figure di grande rilievo che per anni erano state perseguitate dal fascismo come Pertini, Nenni, Motti, Calamandrei, De Gasperi, Togliatti, solo per citarne alcuni, seppero farsi interpreti del proprio tempo e indicare il percorso che ci avrebbe portato verso un’emancipazione nazionale ed essere protagonisti in Europa.
Se noi oggi possiamo celebrare la Festa della Repubblica, la Festa di tutti noi, lo dobbiamo al sacrificio di tutte quelle donne e quegli uomini che scelsero con fierezza ed eroico coraggio di opporsi al nazi fasciamo, sfidandone la violenza e la sopraffazione. Il mio pensiero va ai tanti nettunesi che seppero resistere all’oppressione tedesca e ai bombardamenti che distrussero quasi completamente al città e le campagne, pagando un prezzo altissimo di vite umane. E in questa città così carica di storia voglio anche ricordare i tanti ragazzi americani, inglesi, dei Paesi alleati che persero la loro vita per liberare l’Italia dall’occupazione nazista su questo litorale Essi sbarcarono, scrivendo una delle pagine più intense della nostra Storia, perdendo la vita. L’Italia deve a tutti loro la propria democrazia che non può e non deve in alcun modo essere messa in discussione. Oggi siamo tuti chiamati a ribadire l’impegno di fedeltà ai valori sanciti dalla nostra carta costituzionale, facendo si che ognuno nel proprio ruolo e secondo le proprie responsabilità che questi valori vengano rispettati e mai oltraggiati. La nostra è una Costituzione profondamente democratica che sancisce principi fondamentali che sono alla base della convivenza civile, penso ai diritti inviolabili dell’uomo ai doveri inderogabili di solidarietà all’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, al compito supremo della Repubblica e quindi tutte le Istituzioni sia a livello locale che centrale di rimuovere quegli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Il Diritto al lavoro, l’unità e l’indivisibilità della repubblica, il ripudio della guerra e l’impegno a promuovere e favorire le organizzazioni internazionali per assicurare la pace e la giustizia tra le nazioni. Questi valori devono rappresentare i punti cardinali del nostro agire e così come nel passato abbiamo fatto riferimento alla carta costituzionale dobbiamo continuare oggi a farci guidare da questi principi fondativi della nostra Repubblica ogni volta che ci troviamo a vivere situazioni di difficoltà che ci sembrano non avere soluzioni. Il 2 giugno non deve essere allora una data solo celebrativa ma l’occasione per ricordare che siamo tutti parte attiva del processo democratico, dobbiamo dare spazio ai valori fondamentali dell’unità e della solidarietà, far prevalere l’interesse generale sugli interessi particolari e ricercare il bene comune.
E’ necessario riscoprire in noi quello spirito di coesione che fu fondamentale per l’opera di ricostruzione morale e materiale del dopo guerra per poter affrontare le nuove sfide che attendono il nostro Paese e che impongono il confronto con altri Stati e altri sistemi, ma il futuro di questo Paese deve ripartire da noi, dai suoi territori, dalla sua gente dalla capacità di farsi comunità. Come sapete da un mese il Comune di Nettuno sta vivendo a livello amministrativo una nuova esperienza commissariale. Il Commissariamento di un Ente è sempre un fatto eccezionale e lo è anche per Nettuno. La presenza del Commissario serve a dare una continuità amministrativa fino alle prossime elezioni quando la città esprimerà una nuova compagine politica e di governo. Ma il governo commissariale non deve essere vissuto come un momento di depressione per la comunità anzi io ritengo, e in questo primo mese ne ho avuto già la dimostrazione che la gestione straordinaria sia un’opportunità per le forze politiche e civiche di ritrovare quel clima costruttivo e sereno che possa dare la spinta per far ripartire la città. penso che il sostegno e la presenza di un soggetto terzo possano favorire la ripresa di una dialogo tra le diverse anime della città, nel rispetto dei ruoli e delle prerogative di ciascuno attraverso anche il ripensamento di alcune posizioni di parte che spesso possono risultare pretestuose e deleterie per al collettività. E’ questo il tempo in cui come negli anni della Ricostruzione gli individualismi e i particolarismi devono essere accantonati per lasciare il posto a soluzioni condivise che mirano agli interessi generali. Da parte mia sono disponibile a confrontarmi con la cittadina su tutte quelle questioni che interessano e favoriscano lo sviluppo della città. Ho avuto già modo di constatare come ci sia molta volto di fare, ho incontrato tante realtà attive sul territorio e mi sono reso conto che c’è tanta voglia di ripartire e ci sono tutti i presupposti per farlo. Ma dobbiamo lavorare tutti insieme in un grande gioco di squadra anche scrivendo nuove regole che diano una direzione ben definita. Un’ordine a tutta questa energia positiva e propulsiva. E’ un lavoro che dobbiamo fare, lo ripeto, insieme, e deve essere un lavoro serio, rigoroso, rispettoso della memoria e del significato profondo dell’identità culturale e civile di Nettuno. E’ un impegno che dobbiamo prenderci tutti per rendere onore a coloro che si sono sacrificati per questa città e per quanti a partire dal dopo guerra hanno lavorato per la ricostruzione di una Nettuno migliore. Lo dobbiamo a loro per non dimenticarli. Lo dobbiamo a Nettuno, alla sua storia al suo domani. Viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva l’Italia”. Poi tutti ad Anzio.
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