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Giudice di Pace, la proposta di Chiavetta per “salvare” la sede di Anzio

Alcuni uffici del Giudice di pace, grazie ad un emendamento Milleproroghe del governo, potrebbero riaprire. A rendere più concreta questa possibilità è una proposta del sindaco di Nettuno e Presidente dell’Anci Lazio Alessio Chiavetta che sarà formalizzata nei prossimi giorni. In sostanza, l’emendamento al Milleproroghe concede tempo fino al 30 giugno agli enti locali per chiedere il ripristino degli uffici del Giudice di pace soppressi a patto che si facciano carico delle spese e della formazione del personale. “Per quello che riguarda le spese di gestione dell’edificio – spiega Chiavetta – sia il comune di Nettuno che quello di Anzio anche in passato avevano dato la disponibilità ad inserire in bilancio le somme necessarie. L’edificio è del comune neroniano, quindi si tratterebbe dei soli servizi. Più delicata ma comunque risolvibile la questione del personale. In questo periodo – sottolinea il sindaco di Nettuno – è in corso una valutazione sul personale in esubero delle ex Province. I comuni non possono assumere ma possono prendere in carico gli esuberi di altri enti che potrebbero venire impiegati in questi uffici per tornare ad offrire un servizio di primaria importanza ai cittadini. In questo modo si potrebbe trovare soluzione ad un doppio problema a costo zero per le amministrazioni. Intendo presentare la proposta prima all’Anci Lazio e poi all’Anci nazionale, questa soluzione, infatti, può essere applicata per riportare in vita il servizio del Giudice di Pace in moltissimi comuni”. La questione dei giudici di pace, tra l’altro, è al centro di un contenzioso. A Palestrina il Tar ha ordinato la riapertura dell’ufficio soppresso, e dopo questa decisione altri 20 comuni hanno impugnato il provvedimento di chiusura. La lista dei centri interessati a mantenere aperto il Tribunale è lunga. Intanto dal 9 al 14 marzo i giudici di pace saranno in sciopero contro la riforma della categoria e hanno chiesto di essere sentiti in merito sia dal Consiglio superiore  della magistratura (Csm) sia in commissione giustizia del Senato.