Il comune di Fiumicino per la tutela del suo porto, entra in guerra con l’Autorità portuale di Civitavecchia, “colpevole” di non aver garantito le opere necessarie allo sviluppo del bacino.
La guerra ha un sapore prettamente politico e testimonia lo stato di grande tensione dell’amministrazione comunale alle prese con la crisi economica e con la necessità di riprogettare il futuro del territorio che, a quanto pare, non può prescindere dallo sviluppo del Porto e che la mette contro le realtà limitrofe, tra cui il bacino neroniano. Di fatto il comune di Fiumicino ha avviato una guerra per cercare di rendere centrale il porto della sua città rispetto a quelli più prossimi della Regione Lazio, quello di Civitavecchia quindi, e quello di Anzio. L’idea è quella riuscire a “strappare” rotte e passaggi per garantirsi degli introiti economici in un periodo in cui la nautica è in depressione e i porti non sono più un buon investimento (ne sappiamo qualcosa ad Anzio con un bando di gara per la realizzazione andato deserto e i disagi continui per la Capo d’Anzio e portare avanti anche ogni piccolo lavoro, per cui si incontrano resistenze continue). Sul porto canale è patita l’offensiva. Con un ordine del giorno il Consiglio Comunale di Fiumicino ha minacciato di uscire dall’Autorità portuale di Civitavecchia accusando di lentezza l’ente che non avrebbe realizzato una darsena per i pescherecci, un nuovo ponte pedonali e la messa in sicurezza degli ultimi 150 metri dello stesso porto. Ora resta da vedere come reagiranno a queste schermaglie Anzio e Civitavecchia.