Una sala affollata quella del Molo 5.63 di Anzio che ha ospitato il Convegno organizzato da Giovanni Del Giaccio e dall’Associazione #un’altracittà, che si prepara alla battaglia elettorale per arrivare alla guida della città di Anzio. Nessuna richiesta di voti, almeno per oggi, ma l’illustrazione di un progetto di città da qui a vent’anni. Una lunga relazione iniziale, da parte di Roberto Fantozzi, sul tema: “Cosa è stato fatto, cosa possiamo fare. #unaltraprospettiva” che ha messo a confronto dati socio-economici. La seconda, invece, di Giuseppe Baratta sul tema: “Coinvolgere, emozionare. #unaltracomunicazione” tratterà delle segnalazioni e della partecipazione dei cittadini alle scelte del Comune”. Poi a prendere la parola proprio Del Giaccio, che con Valerio Pollastrini, presente in streaming in aula, ha parlato di un progetto comune, di essere pronto a fare un passo indietro per portare avanti un’idea dio città. “Il primo sassolino che mi tolgo dalla scarpa – ha detto – è quello che la mia sia un’autocandidatura. Dietro la mia candidatura c’è un progetto e ci sono persone che si sono imbarcate in questa avventura perché pensano che il mio nome sia una garanzia”. Quindi l’illustrazione della città che si vorrebbe… senza più cemento, senza il progetto della Vignarola…
L’ho detto concludendo il mio intervento, c’è un sistema che è fallito, imploso, del quale non interessano gli aspetti penali ma il modo di concepire la cosa pubblica. Un sistema al quale occorre rispondere insieme, unendo un’area troppo spesso divisa per motivi capziosi. Un sistema che ci aveva promesso mare, cultura e natura e ci ha regalato varianti, cemento e furberie. L’ho detto e ripeto: se servo a questo sono a disposizione, se ci sarà chi riuscirà meglio di me a unire, sono a disposizione. Ho spiegato a chi ironizza sull’auto candidatura – mia o di Valerio Pollastrini con il quale troveremo un’intesa – che personalmente se volevo essere a capo di una lista di partito mi sarei messo in certe logiche 35 anni fa. Non l’ho fatto allora, non lo faccio adesso. E comunque quelle che vengono definite auto candidature, hanno dietro certamente più gente di chi va a prendere i simboli a Roma, appena escono, e continua a parlare in questa città – senza risultati – da ormai circa 50 anni. Rispetto per tutti, sia chiaro, ma non ci interessa fare presenza: vogliamo andare al ballottaggio e vincerlo. Sulle basi elencate questa mattina: conoscenza dei dati (bello il lavoro di Roberto Fantozzi, grazie, a breve sarà condiviso), coinvolgimento dei cittadini durante e dopo la campagna elettorale (grazie Giuseppe Baratta) e certezze per chi deciderà di darci fiducia ma anche per chi non lo farà.
Quale modello di sviluppo dare, affinché si creino condizioni per favorire l’occupazione che non dovrà più essere quella della cooperativa di amici degli amici ma legata agli eventi che Anzio merita. Sono stati illustrati i dati di Trani e Senigallia, città sul mare della stessa dimensione nostra: siamo pericolosamente verso la prima, puntiamo ad andare verso la seconda ma guardiamo anche a realtà come Ravello, il Salento, il Cilento, Forte dei Marmi, Viareggio… Partendo dal mare, che oggi grazie all’ospitalità del Molo 5.63 abbiamo apprezzato in tutto il suo splendore. Dal mare che il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, barbaramente ucciso, definiva “il nostro petrolio”. Al mare è legato Nerone, è legato lo sbarco, sono legati i prodotti di eccellenza, l’enogastronomia. Alcune idee su come valorizzare tutto questo, investendo in eventi internazionali, ci sono. Sullo sbarco, ad esempio, un grande progetto europeo che parta dalla Sicilia, passi per Salerno, ci porti ad Anzio e quindi a Roma liberata, coinvolga i cimiteri di guerra, arrivi alla Normandia e quindi all’Europa liberata. Siamo impegnati, civicamente, da anni. Non abbiamo mai avuto ruoli in partiti o “fatto” politica come viene intesa dalle nostre parti. Non siamo contro la politica come tale, ma per una che abbia in mente dove vuole andare, non solo il potere fine a se stesso. Ho risposto anche a quanti si domandano cosa ho da chiedere se non sarò candidato sindaco: nulla. Chi è in questa avventura ci mette faccia e credibilità personale. Non abbiamo urlato – questa mattina – e non urleremo: sarà il modo per spiegare che anche così è possibile realizzare #unaltracittà. Insieme”.