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Puzza all’impianto ex Kyklos, interrogazione parlamentare del Senatore Augello

Arriva dal Senatore Andrea Augello un'interrogazione parlamentare presentata al Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, relativa all'Impianto

Le porte dell'impianto Kyklos aperte per tutto il giorno

Arriva dal Senatore Andrea Augello un’interrogazione parlamentare presentata al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, relativa all’Impianto Acea Ambiente Aprilia (ex Kyklos).

Premesso che – si legge nell’interrogazione – AceaAmbiente Aprilia (ex Kyklos), in via delle Ferriere al chilometro 15, Aprilia (Latina), a pochi passi dal confine di Nettuno (Roma), gestisce un impianto per il recupero mediante trattamento biologico di rifiuti non pericolosi (compostaggio e digestione anaerobica), che dal 2010 ha progressivamente aumentato il conferimento con conseguente aumento dell’inquinamento olfattivo; nel 2012 si è costituito il comitato “No Miasmi” allo scopo ottenere una riduzione sostanziale delle emissioni odorigene, vigilando altresì sul corretto funzionamento dell’impianto nel rispetto delle normative vigenti in materia ambientale e di sicurezza, anche attraverso una serie di esposti alle autorità competenti; nel corso degli anni si sono verificati numerosi episodi di disfunzione e alcuni incidenti, tra cui un grave incendio nel 2012: due operai sono morti durante le operazioni di trasporto del percolato a causa delle esalazioni di acido solfidrico, con seguente blocco delle attività e sequestro dell’impianto fino al 2015;

l’impianto è stato costruito sotto una linea di alta tensione che ha impedito durante l’ultimo incendio verificatosi nell’anno 2012 la corretta procedura di spegnimento da parte del Corpo dei Vigili del fuoco, i quali sono stati impossibilitati ad usare gli idranti per l’eccessiva vicinanza ai cavi di alta tensione. I vigili si sono limitati a presidiare tale incendio per i giorni successivi. Questo ha portato all’emissione prolungata di fumi tossici e conseguenti cattivi odori sprigionati dall’impianto, che sono stati inalati dalla popolazione per numerosi giorni dopo l’accaduto; considerato che:

nel 2013 l’impianto aveva ottenuto le autorizzazioni ambientali necessarie all’esercizio con autorizzazione unica (ex art. 208 del decreto legislativo n. 152 del 2006) n. 28930 rilasciata dalla Provincia di Latina; a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 46 del 2014, avente ad oggetto l’attrazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), la società ha presentato istanza di autorizzazione integrata ambientale (AIA) alla Regione Lazio che ha avviato la procedura di conferenza dei servizi, conclusasi con la determinazione n. G08242; nelle circolari del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 22295 del 27 ottobre 2014 e n. 12422 del 17 giugno 2015 era richiamato l’obbligo di rilasciare l’AIA per l’impianto entro il termine del 7 luglio 2015; la Regione Lazio con determinazione n. G08408 del 7 luglio 2015 ha rilasciato in prima istanza a Kyklos Srl l’AIA per l’istallazione funzionale alla produzione di compost di qualità, mediante il trattamento biologico di rifiuti non pericolosi, autorizzando la ripresa dei conferimenti dei rifiuti ma prescrivendo al gestore dell’impianto di osservare tutte le condizioni richiamate nell’allegato tecnico e nel piano di monitoraggio e controllo, oltre alle garanzie finanziarie;

la Regione Lazio con la nota prot. n. 555249 del 7 novembre 2016, a seguito degli esiti delle previste attivita? di controllo effettuate da ARPA Lazio presso l’installazione, disponeva, tra l’altro, che la Kyklos Srl presentasse apposita istanza di modifica, al fine di dotare le porte di accesso delle vasche di stoccaggio dei rifiuti costituiti da fanghi di depurazione e rifiuti organici, di un tunnel d’ingresso a doppia porta, anche di tipo mobile, al fine di minimizzare gli effetti delle emissioni odorigene, garantendo che gli ingressi dei rifiuti nell’impianto assicurassero che l’ammendante prodotto fosse stoccato esclusivamente all’interno del capannone di maturazione e non sui piazzali esterni;

considerato che:

AceaAmbiente Aprilia non ha ancora messo in atto tutte le prescrizioni e le istanze di modifica disposte dalle autorità competenti per garantire la sicurezza e per ridurre l’inquinamento olfattivo e pertanto l’impianto continua a presentare gravi inefficienze tecniche ed operative; l’impianto durante l’estate 2017 ha subito forti cali di tensione dell’energia elettrica con conseguente malfunzionamento di tutte le apparecchiature atte ad eliminare i cattivi odori, non avendo la dotazione necessaria a sopperire ai cali di corrente elettrica (gruppi elettrogeni);

il sistema di biofiltrazione dell’impianto non è evidentemente in grado di garantire un’idonea depurazione degli agenti inquinanti e di abbattimento delle emissioni odorigene, poiché i miasmi che fuoriescono causano forti disagi alla popolazione delle aree circostanti, ma anche a numerosi chilometri di distanza; inoltre, adiacente a tale impianto, l’Acea ha ottenuto tutte le autorizzazioni per costruire una centrale “biogas” per la produzione di energia elettrica. Essa sorgerà nel mezzo di vigneti e frutteti a pochi metri da case e zone residenziali, in cui sono presenti produzioni di eccellenza di uve da tavola, di olii extravergine di oliva e di vini di alta qualità del Lazio e d’Italia, oltre a tante altre attività commerciali;

considerato inoltre che, a seguito delle denunce dei cittadini, è stato riscontrato che invece la lavorazione del rifiuto avviene a porte aperte con conseguente produzione di forti emissioni e relativo impatto ambientale negativo per il benessere e la salute dei cittadini, così come anche per le colture alimentari, vista la presenza di numerose aziende agricole;

tenuto conto che la sentenza della Corte costituzionale n. 2240 del 18 gennaio 2017 stabilisce che i cittadini hanno diritto ad un risarcimento per le emissioni maleodoranti prodotte che hanno un impatto olfattivo molesto, anche quando tali emissioni sono autorizzate e nei limiti previsti dalla legge, poiché la Cassazione, in fatto di cattivi odori, ritiene inadeguato a proteggere l’ambiente e la salute umana il criterio della “normale tollerabilità”, individuando invece la tutela del principio della “stretta tollerabilità”,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intenda verificare, presso le autorità competenti della Regione Lazio, se AceaAmbiente Aprilia abbia realizzato e collaudato tutte le e necessarie ed urgenti procedure e le opere di adeguamento e se siano state rispettate tutte le prescrizioni per ridurre l’inquinamento odorigeno e per garantire la piena applicazione delle norme a tutela della salute pubblica, della sicurezza e dell’ambiente; se intenda sollecitare l’Arpa Lazio ad effettuare rilevazioni periodiche con le tecnologie più adatte al fine di accertare l’emissione di polveri ed odori molesti”.