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Eufemi e le firme alla Verdiana: “Ecco perchè mi sono dimesso dalla Bcc”

Il Presidente dimissionario della Bcc di Nettuno Luciano Eufemi racconta dopo settimane di silenzio

Il Presidente dimissionario della Bcc di Nettuno Luciano Eufemi racconta dopo settimane di silenzio, perché ha deciso di lasciare la guida della Bcc di Nettuno e perché oggi si sta impegnando per raccogliere le firme con cui chiedere al Cda la convocazione di un’assemblea per chiedere le dimissioni di tutto il Consiglio d’Amministrazione e un nuovo voto.
“Premetto – ha detto davanti ai suoi ospiti chiamati alla Verdiana per firmare la sfiducia al consiglio – che la Bcc è una banca sana. Voglio sgomberare il campo da ogni dubbio. Tutti gli indici economico finanziari sono in ordine e abbiamo un patrimonio solido. Noi siamo in carica dal 2008, abbiamo 35 dipendenti e 4 filiali. Sono diventato Presidente nel pieno della crisi economica nazionale ed ho proposta con coraggio il giovane Masullo come Direttore al posto del suo predecessore e il giovane Di Pietro. In questi anni abbiamo aperto due nuove filiali e ne abbiamo chiusa una perché improduttiva. Abbiamo dato lavoro e sostenuto l’economia locale e cittadina. Allora perché ho dato le dimissioni e ho chiesto la revoca del consiglio? Alle ultime elezioni – ha spiegato – ci siamo presentati con una sola lista e, al quarto mandato, mai c’era stata una elezione ed una squadra così condivisa. Poi la riduzione dei compensi ad alcuni consiglieri ha creato tensioni e malumori e io non avevo più di fronte a me una maggioranza coesa mentre si devono fare scelte importanti e condivise per il futuro di questa Istituzione. Le cose buone – sottolinea Eufemi – si fanno solo in un clima disteso.

Mi aspettavo che alle mie dimissioni sarebbero seguite quelle dei consiglieri eletti con me, ma si sono dimostrati tutti attaccati alle poltrone. La squadra era da me capeggiata per questo ora si deve andare di nuovo al volto. Può vincere la mia squadra o un’altra con un suo gruppo coeso ma il voto seppur non obbligatorio è necessario. Non può essere un nuovo Presidente la soluzione, in particolare Cicco che una settimana fa era con me ed ha condiviso con la sua famiglia la richiesta di revoca del cda. Tutti i consiglieri che oggi sostengono Cicco sono stati folgorati sulla via di Damasco”. E le firme per chiedere la convocazione dell’Assemblea, sono state raccolte ci spiega sempre Eufemi, in numero sufficiente (il 10% degli associati, circa 200 adesioni). Quindi si è aperto un dibattito sul futuro della Banca, ma dal Cda non ci stanno a questa ricostruzione dei fatti e forniscono una versione diversa dei dissidi con il Presidente.

Per prima cosa è convinzione di soci che siano i consiglieri ad indicare e portare il Presidente e non il contrario e che alla libera scelta di lasciare da parte di Eufemi deve corrispondere la libertà del consiglio di proseguire un percorso in cui non ci sono criticità. Un consiglio unito quello che ci viene tratteggiato, in cui si vive un clima sereno e costruttivo e le uniche tensioni sono quelle create da chi ha lasciato. Tante le voci sulle cosiddette incomprensioni, alcune legate si ai tagli dei compensi ma non solo a quelli dei soci ma anche della Presidenza. Ora non resta che attendere che Eufemi protocolli le firme e la richiesta di ordine del giorno (dopo l’autentica del notaio ci dovrebbero volere un paio di giorni) e aspettare la convocazione dell’Assemblea, dove a dire la loro saranno i soci.