Politica

Operai ex Ipi, continua la protesta sotto al Comune di Nettuno per i soldi

Stamattina erano sotto al palazzo comunale di Nettuno per chiedere a gran voce i loro soldi. Parliamo degli ex operai Ipi che non sono stati riassunti dalla Tekneko, che hanno pochi spicci sul conto e molte cose da pagare e che non prenderanno alcuno stipendio anche a settembre.

In quattro hanno chiesto di essere ricevuti, ma dalla portineria gli è stato detto che in Comune si riceve martedì e giovedì e, visto che non hanno lavoro, sono rimasti fino alle 13 sotto al comune e ci torneranno anche domani mattina… e il giorno dopo ancora, fino a che non saranno pagati e magari riassunti. In quattro stanno protestando “ma siamo in 8 a non essere stati riassunti – spiegano – gli altri non protestano perché sperano ancora di essere richiamati. Ma non li chiameranno, devi essere nelle grazie di qualcuno per essere chiamato e noi non lo siamo. Ci hanno detto a chiare lettere di trovarci un altro lavoro. Intanto però – aggiungono – ci devono pagare per quello vecchio. Adesso iniziano le scuole, c’è chi ha figli a cui comprare i libri. Ma anche la cena – rincara un’altro – e l’affitto e le rate…”. “Ci dicono che il Comune ha pagato un acconto – spiega il terzo – lo hanno scritto anche su un comunicato stampa sul sito del Comune, ma il commissario dice che non è vero, ha anche mandato una lettera al Comune per chiedere chiarezza su questo presunto pagamento. Intanto noi aspettiamo e non lavoriamo, questa situazione è ingiusta, come è ingiusto che non ci abbiano riassunto. In consiglio comunale ci avevano dato delle garanzie, evidentemente non parlavano a noi ma solo a chi hanno ripreso”. Tutti e quattro i dipendenti ex Ipi si sono rivolti all’avvocato che nei prossimi giorni contatterà il Comune per i soldi arretrati e la Tekneko per fare chiarezza sulle modalità di assunzione. Ma proprio la Tekneko sulla vicenda riassunzioni ha fatto subito chiarezza. “Il nostro ufficio personale – spiegano i responsabili della società – si occupa direttamente delle assunzioni, senza intermediazioni locali. Abbiamo assunto solo persone che provenivano dalla Ipi, nessun nuovo assunto, ricostruendo lo storico in alcuni casi consultando il centro per l’impiego e le assunzioni precedenti. Abbiamo chiesto molti documenti, solo alcuni li abbiamo ottenuti. Altri ancora no, come ad esempio quelli sulle rappresentanze e le iscrizioni sindacali. In ogni caso abbiamo rispettato i criteri di legge, non ci sono stati personalismi o simpatie. Molti – aggiungono – fanno fatica a capire che siamo un’azienda seria, che opera nella massima correttezza e soprattutto a norma di legge. Se c’è chi è rimasto fuori è per criteri oggettivi e quantificabili e perché in Italia succede che ad agosto tutto si ferma ed è difficile procedere con le procedure più banali, tipo le visite mediche e le certificazioni”. I vertici della Tekneko ci tengono quindi a sottolineare l’impegno enorme messo in campo per garantire la pulizia della una città. “Stiamo lavorando al massimo e pensiamo si veda – concludono dalla ditta – ricordando sempre che a dicembre il nostro appalto scade e che non possiamo in questo periodo fare assunzioni straordinarie che poi possono ricadere sul prossimo appalto”. Ora non resta che attendere il vertice di domani per capire se e quando il Comune pagherà i dipendenti o le fatture emesse dal Commissario, considerando che chi è stato riassunto dalla Tekneko a settembre dovrebbe percepire il primo stipendio, mentre per otto persone non c’è neanche questa prospettiva. Intanto resta fissato l’incontro tra Comune ed ex Ipi, sia gestione ordinaria che commissariale, una riunione da cui dovrebbero emergere dati finalmente chiari sulla situazione debitoria della società, soprattutto nei confronti del personale.