In merito all’articolo “Le liste civiche nascono sui social”, l’ex assessore della giunta Chiavetta al Comune di Nettuno Giulio Verdolino tiene a precisare che “il sottoscritto, al momento, non ha creato né è presente in alcun elenco ufficiale”. “Ritengo, ad ogni buon fine – aggiunge – cosa buona e giusta, la partecipazione massiva sui social network dei cittadini nettunesi che, evidentemente, non voglio più subire passivamente.
Sarebbe bello vivere, infatti, in una città nella quale i cittadini partecipano attivamente alla vita amministrativa, alle scelte importanti e, di conseguenza, al miglioramento della sua vivibilità. In una città nella quale la casa comunale è una casa accogliente, dove poter accedere senza timore e senza difficoltà, sapendo di trovare una risposta alle proprie esigenze o, anche, un diniego motivato. Sarebbe bello sapere che l’amministrazione della propria città è trasparente nel proprio operato, attenta alla legalità e alla sicurezza. Sarebbe bello vivere in una città ordinata, nella quale ogni cittadino è portato “naturalmente” a rispettare i propri doveri ed esercitare con altrettanta naturalezza i propri diritti. Un un luogo di grande bellezza che, produce ricchezza o fornisce indotti economici a tutta la città. Io credo fermamente che Nettuno possa diventare tutto questo, ma occorre ripartire da zero. Ovvero, bisogna ripartire dalla legalità per dare speranza alla città. Occorre cambiare soprattutto il metodo di approccio del “fare politica” attraverso una “reale partecipazione” e “condivisione” dell’esperienza amministrativa con la cittadinanza, senza suddividerla in categorie precostituite, come spesso si fa ad esempio con i giovani, relegandoli in una nicchia di interventi vuoti indicati come “politiche giovanili”; ognuno deve sentirsi partecipe dell’esperienza amministrativa ed il giovane, come il pensionato o chiunque altro cittadino deve essere al centro di tutte le tematiche della realtà amministrativa. Ritengo che le passate esperienze amministrative (di destra o sinistra che siano) abbiano mostrato con tutta evidenza il fallimento di una gestione della cosa pubblica basata su una netta contrapposizione tra amministratori ed amministrati. L’Amministratore Comunale – sottolinea Verdolino non è un antagonista. E’ un alleato del cittadino, pronto a difendere diritti e ricordare doveri! Chi riveste un ruolo di responsabilità in seno alla comunità locale (dal sindaco agli assessori, agli operatori nei servizi sociali) è chiamato ad assumersi appieno le proprie responsabilità, ad avviare occasioni di dialogo, a partecipare, ciascuno con le proprie competenze, a tavoli di confronto e di lavoro, con l’obiettivo di formalizzare impegni e responsabilità che tengano conto del ruolo esercitato e delle specificità del territorio. Impegni che non siano generica dichiarazione d’intenti, ma si traducano in progetti condivisi, realizzabili, messi in atto e verificati. Nettuno oggi è al centro dell’attenzione.
Tanti sono gli aspetti su cui riflettere e impegnarsi: critica coraggiosa delle deficienze presenti sul territorio, necessità di far crescere il senso civico di tutta la popolazione, urgenza di superare l’inadeguatezza delle risposte date alle esigenze dei cittadini (dai parcheggi, alle strade, al welfare, all’istruzione, agli ecomostri, alla sopravvivenza economica). È necessario riaffermare che spetta a tutti i Nettunesi essere protagonisti del proprio riscatto, e, pertanto, ci aspetta una sfida culturale straordinaria che deve vedere tutti protagonisti. Cultura del Bene comune, della cittadinanza, della buona amministrazione e della sana impresa nel rifiuto dell’illegalità sono i capisaldi che devono essere sostenuti e promossi, all’interno di un grande sforzo di elaborazione di un nuovo modo di amministrare il Paese, al fine di creare le basi per nuove autonome forme di sviluppo e di crescita economica. Io, come tanta altra gente, sono stufo di accordi, sono stufo di ricatti, sono stufo di debiti elettorali, della politica dei compromessi. Sono anche consapevole che su questa rotta non potrò mai avere i numeri per ergermi a traghettatore cittadino, ma mi creda, direttore – conclude – meglio essere un predicatore nel deserto che dormire svegliandoti di notte e pensare se hai agito secondo le regole o meno e con la coscienza che, magari, ti brucia dentro”.