Riceviamo, pubblichiamo e replichiamo ad una nota stampa dei Grilli di Anzio, dall’esplicativo titolo: TAR E BIOGAS: RACCONTATELA GIUSTA
“Abbiamo letto la sentenza del Tar in merito all’ordinanza del sindaco che bloccava gli impianti biogas in base al principio di precauzione. E abbiamo letto come la stampa ha pubblicato la notizia. I titoli più o meno recitano: Tar certifica, il biogas non fa male. Un’ informazione tendente, quindi, a far credere che un tribunale amministrativo emetta sentenze che argomentino su materie scientifico-ambientale. Niente di più falso! La sentenza parla chiaro: si annulla il provvedimento perché non supportato da elementi certi di pericolo per la salute pubblica. Il messaggio che arriva ai cittadini è fuorviante e presta il fianco a strumentazioni politiche .
Non sappiamo se il sindaco ricorrerà al Consiglio di Stato. Certo è che le frecce all’arco sono pochine, visto che l’impianto è stato approvato dall’Assessore all’Ambiente Placidi in completo silenzio e col il supporto del sindaco, che altrimenti ne avrebbe chiesto le dimissioni.
E allora le chiediamo noi, dopo questo regalo alla città, che spiana la strada ad altri regalini simili: dimissioni subito! È trascorso un anno dalla manifestazione dei cittadini contro gli impianti e poco o niente di concreto è stato fatto per impedirne il proliferare, nonostante mozioni del consiglio comunale che chiedevano strumenti opportuni”.
Rispondiamo alla nota stampa dei Grilli di Anzio che hanno letto ma forse non compreso la sentenza del Tar. Ovviamente facciamo riferimento solo a quello che riguarda l’attacco alla stampa (l’ennesimo sui territori di Anzio e Nettuno) che, in evidenza, si riferisce a noi giornalisti del Clandestinogiornale. Lo stesso argomento è stata affrontato sui social senza infine arrivare a capirsi.
L’informazione, cari Grilli, “non fa credere che un tribunale amministrativo emetta sentenze che argomentino su materie scientifico-ambientale”. L’informazione è esattamente questa. Il Tar ha preso per buono un documento del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale e su quello ha basato il suo accoglimento del ricorso della Anziobiowaste, di fatto sostenendo apertamente e sposando la tesi che il Biogas “è meno pericoloso dello spandimento di letame”. Sposando questa tesi, centrale nella sentenza, di fatto la certifica agli occhi della stampa e dei cittadini che comprendono il senso letterale del testo disponibile a tutti per un chiarimento e più volte pubblicato sul nostro giornale. Non è una considerazione personale, è una constatazione della formula usata dai giudici che per comodità riportiamo:
“L’assenza dei presupposti di rischio grave ed irreparabile per l’ambiente e per la salute dei cittadini è, del resto, confermata anche dalla comunicazione del 13.03.2017 del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale (doc. n. 6 della ricorrente e doc. n. 5 dello stesso Comune di Anzio) in cui, proprio in risposta alla richiesta del Sindaco del Comune di Anzio del 5.09.2016, si sottolinea che “nel caso di impianti di produzione di biogas non sono stati evidenziati effetti sulla salute in popolazioni residenti” e che “il sospetto di potenziali rischi per la salute umana associata all’utilizzo di batteri per il processo di <<digestione>> e allo sviluppo di tossine non sembra avere fondamento ed è inferiore al rischio di contaminazione da cibi nella ristorazione collettiva o da spandimento di letame”.
Ora a questa decisione del Tar che davvero ci sembra difficile da fraintendere, che abbiamo riportato fedelmente e non “dicendo il falso in maniera fuorviante”, e che di fatto entra nel merito scientifico citando il Dipartimento epidemiologico, si può credere o meno. Si possono fare considerazioni di vario tipo sul fondamento scientifico, si può contestare la forma con cui si è arrivati all’approvazione del progetto in discussione ma nulla di tutto questo cambia il senso della sentenza del Tar (non del giornale). Notiamo con dispiacere che il radicale cambiamento proposto dai Grilli, di Anzio e non solo, non riguarda l’atteggiamento con la stampa, perfettamente identico tra vecchia e nuova politica. Tanto era dovuto.