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Piazzale Berlinguer, l’ex vice sindaco Andolfi: “Coprire la buca non è la soluzione”

Arriva dal geologo ed ex assessore e vicesindaco di Nettuno Alberto Andolfi, sotto al giunta Chiavetta, un contributo sull'area del Parcheggione

Alberto Andolfi

Arriva dal geologo ed ex assessore e vicesindaco di Nettuno Alberto Andolfi, sotto al giunta Chiavetta, un contributo sull’area del Parcheggione di piazzale Berlinguer, che l’amministrazione a 5 stelle guidata dal Sindaco Angelo Casto si appresta a richiudere con un bando da 149mila euro per la bonifica e la messa in sicurezza. “MA E’ QUESTA LA STRADA GIUSTA??” è il titolo del contributo di Andolfi, che pensa a soluzioni diverse per risolvere un problema davvero serio del comune del Tridente e la risposta che si sottintende è chiaramente no.

“Seguo da tempo gli sviluppi della situazione legata al parcheggio di Piazza Berlinguer – scrive Andolfi – e da geologo ex politico, mi chiedo se la strada che sta intraprendendo la nuova Amministrazione sia giusta o se fosse stato il caso di riflettere meglio e di più sulla soluzione da adottare. Riempire la buca a molti sembra la soluzione più rapida, ma forse non tutti sanno che la riempitura sarà fatta fino a meno un metro dal piano strada, con i problemi della gestione delle acque piovane e senza poter rimuovere la recinzione del cantiere, almeno fino a che un “complicato” concorso di idee non fornirà la soluzione finale, con ulteriori costi rispetto ai 200.000 euro stimati per la prima fase ed un risultato finale non dissimile dalla condizione originale e non di prossima scadenza. Dico complicato concorso di idee perché vincoli urbanistici e vincolo di acquisto con il Demanio, che io sappia, non permettono molte soluzioni alternative ai servizi, a meno di complesse varianti urbanistiche. 

A questo punto, forse una coraggiosa sfida ad affrontare l’operazione parcheggio in modo ridimensionato, una struttura prefabbricata a due piani con circa duecento posti, senza box e speculazioni varie, gestito direttamente dal Comune, ad un costo stimato (da tecnici competenti) in circa cinque milioni di euro, poteva essere una risposta alla città, che comunque necessita di parcheggi, specialmente al centro. I fondi potevano essere reperiti tra quelli Europei o Regionali, nella peggiore delle ipotesi dalla Cassa Depositi e Prestiti, con ammortamento dell’opera in massimo venti anni. Sarebbe stata a mio avviso una bella risposta ed anche un modo di sfatare la maledizione che vede Nettuno città capolista nella provincia di Roma con il numero di opere pubbliche incompiute. 

Qualcuno asserisce che il problema vero era la messa in sicurezza dell’area, che dopo la discutibile presa in carico da parte del Comune dagli eredi Palpini, ha trasferito sull’Ente locale le eventuali responsabilità di un cedimento delle pareti dello scavo, assurdamente eseguito ed autorizzato dagli incompetenti amministratori di allora. Ma quello che poteva costituire un grosso problema inizialmente, appare ridimensionato oggi, dopo oltre quattro anni dallo scavo, a seguito delle prove geotecniche aggiuntive richieste dal Genio Civile e dopo le generose prestazioni del nostro “macco”.

La mia nota polemica sulla giunta che ha autorizzato lo scavo con la ridicola giustificazione delle indagini geologiche è da me dovuta in quanto io stesso avevo commissionato le indagini un anno prima fornendo tutti i dati necessari, compresa la quota della falda acquifera, di cui nessuno poi sapeva nulla. Ci si è resi tutti conto dell’errore fatto da Chiavetta nell’azzerare la prima Giunta, visto quello che ne è seguito, aggiungo però che comunque siano andate le cose non ci si può trincerare oggi dietro una colpevolizzazione generale del Partito Democratico, e tacitare chiunque tenti di commentare l’operato dell’attuale Amministrazione.

Sono più che mai convinto che soltanto dal dialogo e dal confronto scevro da pregiudizi, possano uscire le soluzioni migliori per i tanti problemi della città, come sono convinto, per esperienza personale, che non è facile amministrare quanto invece lo sia fare opposizione.

E’ facile criticare chi afferma che con la “ macchinetta americana”per l’asfalto recentemente acquistata dalla Poseidon si possa risolvere il problema delle buche stradali, tanto meno con l’ausilio della “georeferenziazione”. Parole azzardate dette da chi di strade ne mastica poco, o magari non è semplicemente la persona giusta per il ruolo ricoperto . 

Più grave considero la variante apportata alla pista ciclabile finanziata dalla Regione Lazio (pubblicaz. A.P. 17/05), che inizialmente doveva transitare su via Giovanni Paolo II(la strada del porto) e che ora è stata spostata sul marciapiede di Via Gramsci, all’insaputa dei più, e con un impatto molto più delicato. Capisco che una pista ciclabile ed una pacca sulla spalla non si negano a nessuno, basta guardare in giro, ma forse, mettere mano ad una delle parti più belle e rappresentative di Nettuno, avrebbe meritato più attenzione e non risultare la toppa ad un errore di valutazione dell’aspetto legato alla sicurezza; abbiamo visto in passato cosa è successo al nostro bel lungomare con la decisione di sostituire le tamerici con le palme; ora non ci sono ne le une ne le altre. 

Pochi giorni fa c’è stata una manifestazione dei residenti nell’area dei giardini dietro la rotatoria intitolata a Don Vincenzo Cerri, che probabilmente si starà girando nella tomba per quello che accade dietro la lapide che lo ricorda, sgomento per tutti coloro che abitano in un’area così centrale, una volta anche di pregio, allibiti dai livelli di inciviltà e degrado mai raggiunti in passato. Ho letto che un consigliere comunale passando di la ha affermato candidamente che non era al corrente della situazione. 

Ma non sarà forse il caso che chi ci sta amministrando e su cui sono state riposte tante speranze e tanta fiducia, inizi a guardare meglio cosa accade in città, a dialogare veramente con i nettunesi, e con un pizzico di modestia ascoltare qualche consiglio che giunga perfino dall’opposizione o da chi deluso dalla politica in ogni sua manifestazione, soffre nel vedere la propria città condannata ad un eterno stato di abbandono ambientale, sociale e culturale? Certo le motivazioni delle dimissioni appena rassegnate dall’assessore Biondi, non sono confortanti; danno la sensazione di un preoccupante “de ja vu”.

Alberto Andolfi (ex vice Sindaco di Nettuno)