E’ uno sfogo sentito quello del Dirigente ai Servizi sociali del Comune di Nettuno Antonio Arancio, che fa luce sulla situazione che ha portato una donna in condizioni familiari difficili, senza casa, con un figlio appena maggiorenne e con dei problemi di salute a carico, a finire a dormire in strada. “Questa signora si è rivolta ai nostri uffici – spiega il Dirigente Arancio – ma i Servizi sociali, ovviamente non solo quelli di Nettuno, non hanno più da tempo gli strumenti per dare una mano ai più deboli in maniera adeguata. Sono previsto dallo Stato per questo settore aiuti irrisori, sostegno all’affitto, che in genere non è facile tenere in tempi rapidissimi. Una situazione critica che purtroppo porta a situazioni estreme. Per questa signora stiamo lavorando, cercando delle soluzioni abitative in ricoveri, spesso già pieni e comunque differenziati per lei e per il figlio 18enne. E’ una situazione complessa per cui non ci sono soluzioni facili o immediate. Ringraziamo chi le ha dato sostegno e ospitalità fino ad oggi, noi non abbiamo mezzi per soluzioni immediate. La verità – spiega ancora il Dirigente Arancio – è che il sistema del Welfare in Italia è stata distrutto, non ci sono fondi è si è persa la cultura dell’accoglienza non solo per gli immigrati ma anche per gli Italiani che non ce la fanno. Servirebbero misure estreme, come il reddito di cittadinanza per le fasce deboli che può evitare situazioni come quella di questa donna, che stanno diventando sempre più frequenti. Questo non vuol dire che non ci stiamo muovendo, in più direzioni, per trovare delle soluzioni, ma il sistema dei Servizi sociali andrebbe completamente ripensato in Italia, in cui si spendono molti soldi per il sostegno a banche e imprese e pochissimi per aiutare i cittadini singoli in difficoltà. La legge non ci aiuta e gli uffici del Comune di Nettuno che operano in questo settore, cercano di fare miracoli, umani ed economici, con il poco a disposizione”. Il Dirigente Arancio non entra nei dettagli delle iniziative intraprese per dare una mano a questa donna, in contesa giudiziaria con l’ex marito per l’abitazione di famiglia, , per evidenti motivi di privacy, la speranza è che in tempi ragionevoli si possa creare una situazione favorevole al reinserimento sociale della signora anche, ma certamente non solo, con il sostegno del Comune che, come tutti i comuni d’Italia, non ha modo di destinare al welfare somme adeguate. “La volontà di aiutare questa donna c’è – conclude il Comandante Arancio – e lo faremo con il poco che abbiamo, ma non ci sono i mezzi e le leggi per poterlo fare in modo adeguato, e questo è qualcosa che si dovrebbe cambiare”.