Home Politica Spese elettorali, la Corte dei conti bacchetta i candidati di Nettuno

Spese elettorali, la Corte dei conti bacchetta i candidati di Nettuno

A distanza di quasi un anno dalle ultime elezioni i Comuni di Latina, Terracina, Nettuno, Marino e la stessa Roma Capitale

A distanza di quasi un anno dalle ultime elezioni i Comuni di Latina, Terracina, Nettuno, Marino e la stessa Roma Capitale hanno inviato alla Corte dei Conti del Lazio dei documenti talmente confusi sulle spese elettorali da non consentire ai magistrati alcun accertamento. Per questo i giudici contabili hanno chiesto ai Presidenti dei consigli comunali dei cinque Comuni di trasmettere tutti gli atti necessari alle verifiche previste dalla legge.

La legge, lo ricordiamo, prevede che a dover rendicontare le stesse, allegando i documenti utili a giustificarle e a mostrarne la provenienza, siano solo le liste che hanno preso parte alle competizioni elettorali in centri con oltre 30mila abitanti. In pratica i giudici si devono fidare di quanto viene dichiarato loro. Possono fare un controllo soltanto formale. Con il risultato che spesso le verifiche vengono fatte su spese pari a zero o quasi.

Le elezioni nei cinque Comuni che sono stati “bacchettati”, tra cui appunto Nettuno, si sono svolte nel giugno scorso ma, a quanto pare, tanto i vincitori quanto i vinti non si sarebbero preoccupati in questi mesi di ottemperare a un obbligo di legge ed inviare ai giudici l’elenco delle spese sostenute dai vari partiti, movimenti, liste e gruppi di candidati, con la relativa documentazione di supporto. La Corte dei Conti ha specificato che “i consuntivi presentati risultano incompleti e carenti della documentazione giustificativa”. E’ stata quindi disposta una proroga di tre mesi e chiesto ai presidenti dei consigli comunali di impegnarsi a inviare i documenti necessari alle verifiche.