Politica

Nettuno – Migranti alla Verdiana, parere negativo del Comune

L’amministrazione comunale di Nettuno, era stata sollecitata lo scorso dicembre, a dare la disponibilità per l’arrivo di nuovi migranti (così come riportava il bando della Prefettura di Roma) e subito era arrivata la risposta istituzionale dell’Ente: “Non ci sono immobili adeguati e disponibili, e ci sono già tre centri Cara per un totale di 257 ospiti”. Una presa di posizione chiarissima, legata appunto all’assenza di strutture idonee e ad uno forzo in atto di non poco contro per l’integrazione di 257 ragazzi.

L’allarme era stata lanciato già dallo scorso mese di novembre, quando arrivò l’annuncio che la Provincia di Roma sarebbe stata chiamata ad ospitare circa 8.074 richiedenti asilo e la Prefettura corse ai ripari, con un nuovo bando per l’appalto legato all’accoglienza dei migranti del valore di 103 milioni di euro. Nell’area corrispondente al distretto della Asl Roma 6, di cui fanno parte anche i comuni di Anzio e Nettuno, è previsto l’arrivo 2.378 migranti (massimo 400 persone nelle città con oltre 10mila abitanti) per un importo di 30 milioni e rotti da spartire tra gli operatori dell’accoglienza che gestiranno strutture temporanee. Escluse Ariccia e Ciampino, tutte le città di Roma sud potrebbero doversi mettere a disposizione per l’accoglienza. Nel lotto 6, quello relativo al litorale e ai Castelli, rientrano ben 19 Comuni: Albano Laziale, Anzio, Ardea, Castel Gandolfo, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Nemi, Nettuno, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri. Per ogni richiedente asilo il ministero dell’Interno erogherà ai titolari delle strutture 35 euro al giorno, iva esclusa. Oggi il sopralluogo che, tuttavia, non sembra sia stato favorevole. Nei prossimi giorni i tecnici del Comune torneranno nella villetta per verificare ogni possibile problema da segnalare alla Prefettura per stabilire l’idoneità (o meno) dell’immobile. E’ chiaro che la Prefettura deve rispondere ad una situazione di emergenza, tuttavia non si può imporre ai territori una presenza senza mai fare fronte al problema dell’integrazione. Diverso sarebbe il discorso se venissero inviati nuclei familiari con donne e bambini ( e non solo ragazzi di diverse età) o comunque gruppi omogenei e, soprattutto diverso sarebbe il discorso se la Prefettura desse modo ai cittadini di “assorbire il colpo” anche con iniziative che facciano presente il dovere dell’accoglienza mediando culturalmente un fenomeno che sempre più invece, viene percepito come invasione.