Una mattinata, l’ennesima, di tensione presso la sede della Ipi di Nettuno. Il personale che non ha ricevuto lo stipendio il 15 novembre e che teme di dover aspettare a lungo, questa mattina ha visto arrivare una gru e degli operai per dei costosi lavori nel sito. “Solo la gru e gli operai per sistemare la pesa – hanno detto innervositi – costa almeno 200 euro l’ora. Vogliamo sapere chi è che paga questi lavori e con quali soldi. Vogliamo sapere come mai ci sono i soldi per fare i lavori e non per i nostri stipendi”. “Stanno anche mettendo la videosorveglianza – ha aggiunto un altro – le telecamere magari servono pure, ma non oggi che siamo qui a lavorare senza soldi. Una situazione ridicola”. L’assemblea durata due ore ha fatto emergere molti problemi, anche di comunicazione. Il Commissario, a quanto pare, si è fatto vivo in sede solo due volte da agosto e, la comunicazione sui ritardi nei pagamenti degli stipendi, l’ha inviata via mail. Una mancanza di rispetto soprattutto per la gravità della situazione che si andava ad annunciare, con la possibilità di ritardare gli stipendi per 90 giorni, ben tre mesi, (comprese le feste di Natale). Non solo. A quanto pare durante il primo incontro con il Commissario più di qualcuno aveva sollevato problemi e fatto domande sulla liquidità dell’azienda. Era stato chiesto, nello specifico, se si pensava di essere in grado di sostenere gli stipendi e, a quanto pare, erano arrivate infinite rassicurazioni, non solo dal Commissario. Il problema evidente di questa situazione (poiché è difficile scioperare per due giorni di ritardo dal versamento delle spettanze dovute) non è solo l’effettivo attuale ritardo, quanto la totale assenza di informazioni su quanto grave può davvero diventare la situazione, alla luce del fatto che anche il carburante per i mezzi sta finendo. Intanto è stata fissata per domani mattina l’ennesima riunione sindacale, che sembra preannunciare decisioni serie per quello che riguarda la possibilità di scioperare.
Resta da chiarire il mistero della situazione finanziaria della Ipi, con il Comune che assicura di aver pagato fatture per 3,8 milioni di euro, con la Ipi che assicura che il Commissario ha usufruito di incassi precedenti al commissariamento ed ha un saldo utile pari a 390mila euro. Non si comprende quindi dove siano finite queste somme, davvero ingenti e come sia possibile parlare ai lavoratori (e alle loro famiglie) di situazione critica per ben tre mesi. Infine, a quanto pare, ci sono malumori anche tra gli 11 dipendenti assunti dal Commissario, che hanno solidarizzato con gli operai e anche loro in attesa di essere pagati.