Il Partito democratico riunito al Circolo Villa Borghese di Nettuno per spiegare nel dettaglio le ragioni del Sì in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo. Davanti ad una sala gremita sono intervenuti il deputato Andrea Ferro, l’europarlamentare Enrico Gasbarra e il senatore Bruno Astorre. A fare gli onori di casa gli esponenti dei circoli di Anzio e Nettuno, da Gianni De Micheli ad Andrea Mingiacchi, da Giacomo Menghini a Daniele Reguiz, passando da Peppe Combi, Riccardo Ferrante e Ulisse Pizziconi con le aggiunte di Aurelio Lo Fazio e del consigliere comunale di Anzio Marco Maranesi che ha da tempo dichiarato di sostenere il “Sì” al referendum. Assente ieri l’ex sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta ed il suo gruppo. Degli ex consiglieri comunali della giunta Chiavetta presente anche Tonino Di Senso.
Ad aprire la discussione è stato il segretario del circolo di Anzio, e commissario del partito nettunese, Gianni De Micheli. “Più ci avviciniamo alla data del Referendum – ha detto – più le ragioni de no si dimostrano strumentali. Non c’è alcun pericolo di deriva autoritaria. In ogni occasioni abbiamo smontato tutte le bugie e le bufale entrando nel merito della riforma. Unico obiettivo è quello di dare una spallata al governo”
Dopo è stato il turno del deputato Andrea Ferro: ” il 5 dicembre avremo un paese diverso se vince il si – ha esordito – Se non vinciamo questa battaglia che è la madre delle sfide torna il quadro di un Paese poco credibile. Con la riforma il Senato – spiega Andrea Ferro entrando nello specifico della riforma – rappresenterà il cuore pulsante del paese. La riforma del 2001 ha inserito una zona d’ombra in cui non erano chiare le competenze delle regioni e dello Stato e questo ha causato innumerevoli ricorsi alla Corte Costituzionale che ingolfano la macchina dello Stato. Questa riforma dà la certezza delle competenze”. A seguire Ferro passa a parlare di uno dei punti più contestati dai sostenitori del “No”, ossia la possibilità di un potere troppo accentrato nelle mani del Premier. “Non c’è nessun punto della riforma – sottolinea Ferro – che modifica i poteri del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio. Questa che viene paventata da più parti è una bufala totale. È una riforma che anzi tutela le minoranze con l’elezione del Presidente della Repubblica legato al 60% dei voti al quarto scrutinio al contrario della maggioranza assoluta come avviene oggi dopo il terzo scrutinio”. Poi arriva una apertura a chi contesta “l’accoppiata” Italicum – Riforma Costituzionale. “Siamo Disposti a mettere in campo discussione sulla legge elettorale perché meglio si può sempre fare – ha detto Ferro – Una cosa da chiarire è anche l’elezione dei nuovi Senatori. Durante elezioni regionali si avranno due schede una per presidente e parte de consiglio regionale. L’altra con cui si determinano i senatori di quella Regione. Sono convinto – conclude il deputato – che o c’è questa riforma o non ci sarà altra riforma nei prossimi 30 anni. Il fronte del “no” non ha proposta alternativa e condivisa da chi è contro la riforma. Il risultato del 4 dicembre porterà conseguenze terribili per il Paese se vincerà il No”.
Direttamente da Bruxelles è giunto a Nettuno l’europarlamentare Enrico Gasbarra che ha parlato di questa tornata referendaria partendo dal punto di vista dell’Europa: “E’ una sfida centrale guardandola dall’Europa – ha sottolineato – Il ruolo dell’Italia è di riallineare i 30 anni persi. In Europa abbiamo aperto una sfida e quella più grande passa il 4 dicembre. Quante volte ci siamo detti che questo paese deve cambiare? Il Si è il primo passo per il cambiamento. Il no ha l’intenzione di fermare il Paese e far cadere il Governo. Con questi ragionamenti siamo l’ultimo convoglio del treno del Mondo. Dalla riforma ci guadagna il Paese, non il presidente del Consiglio. Siamo un Paese che ha rialzato la testa e che vuole cambiare l’Europa e se vince il No si bloccherà anche questo processo”.
In conclusione arriva anche l’intervento del senatore Bruno Astorre che spinge per proseguire la campagna elettorale in favore del “Sì”: “La battaglia la vinciamo a condizione che non ci fermiamo qui – ha detto – ma che oggi inizia la campagna per il si nei territori, parlando con le persone. Tra la gente troviamo la volontà di capire e informarsi entrando nel merito della riforma. Questo è l’inizio per cambiare il Paese . Abbiamo di fronte un traguardo storico: fat diventare l’Italia un Paese normale. Questa è una riforma che non tocca l’autonomia del CSM, non tocca il ruolo del presidente della Repubblica, non tocca il ruolo del presidente del consiglio, non tocca il ruolo della Corte Costituzionale. Tocca solo gli sprechi. Questa è una possibilità che viene oggi e non verrà più”.
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