L’esito del referendum del 12 e 13 giugno 2011 sul ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, a oltre 5 anni di distanza, è rimasto lettera morta. Ad Anzio il Consiglio Comunale negli anni si è periodicamente dichiarato, almeno a parole, favorevole ad una rapida messa in atto dell’esito referendario, istituendo anche specifica consulta per l’acqua pubblica che doveva indicare modi e formule per l’integrazione dello statuto comunale con l’inserimento del principio di tutela dell’acqua come bene comune inalienabile nonché approfondire il tema della ripubblicizzazione fornendo al Consiglio Comunale gli strumenti per un concreto abbandono della gestione di Acqualatina.
È stata a riguardo portata in comune dai consiglieri del Partito Democratico Ivano Bernardone e Maria Teresa Lo Fazio una mozione per riportare l’attenzione su questo tema, a cui l’amministrazione di Anzio non sta dando la dovuta attenzione.
Oltretutto, sono in essere dei mutui da parte di Acqualatina nei confronti del comune con una morosità che, dal 2006 al 2013, ammontava a circa 2 milioni di euro. Secondo i calcoli dei consiglieri, ora la cifra potrebbe essere arrivata a 3 milioni di euro, e fanno pressione affinché l’amministrazione esiga il credito dovuto.
In buona sostanza, i consiglieri PD chiedono:
(di Daniele Mancin)