Un intervento che va dritto al sodo quello di Paride Tulli, esponente anziate del PSDI, contro l’amministrazione comunale e soprattutto contro la Camassambiente, società che ha l’appalto della raccolta differenziata e dell’igiene ambientale ad Anzio dal 2015 al 2020.
Relativamente al comune di Anzio “c’è un giro d’affari di 7 milioni di euro annui solo per la raccolta a cui ne vanno aggiunti altri 5 per l’utilizzo delle discariche: una delle voci del bilancio più pesanti per l’amministrazione, che rappresenta infatti il 22% del totale” spiega Tulli.
“A fronte di questo esborso considerevole però il servizio di raccolta e pulizia è assolutamente scadente e in molti casi addirittura assente. Il danno d’immagine per Anzio quest’estate è stato notevole, a livello turistico, ma non solo, e anche la cittadinanza residente tutto l’anno continua a scontare i disservizi: non si contano infatti i mancati ritiri di plastica, metalli ed altri materiali in varie zone della città. Se ciò non bastasse, hanno deciso di dimezzare la raccolta della plastica da due a una sola volta a settimana, con tutti i disagi che questo comporta”.
In ragione di tutto ciò, Paride Tulli ha più volte fatto richiesta all’amministrazione comunale di accedere alle fatture di pagamento della Camassambiente “per verificare se fosse stato defalcato dagli importi pagati almeno il dimezzamento dei passaggi di raccolta della plastica, senza contare le multe, da circa 1500 euro al giorno, da applicare contro la società vincitrice dell’appalto a seguito delle inadempienze relative alla pulizie di strade e marciapiedi (poiché Camassa nemmeno possiede le attrezzature per adempiere al compito), la pulizia delle caditoie stradali e delle acque del porto”.
Tuttavia, sembra che la visione della documentazione sia stata negata a Tulli, e per questo si configurerebbe una violazione della vigente normativa sulla trasparenza sugli atti pubblici. Oltretutto Tulli non sarebbe il solo a cui il segretario generale avrebbe negato l’accesso alle fatture: anche la consigliera Teresa Lo Fazio, a fronte di una richiesta protocollata, si sarebbe vista negare le fatture saldate dal comune a Camassambiente.
Da qui l’attacco, frontale, a Placidi e al sindaco Bruschini: “Placidi ha affermato che i disservizi nella raccolta dei rifiuti non sono da imputarsi a lui, ma al personale dirigente che non fa bene il suo lavoro. Se così è, perché non forniscono le fatture che richiediamo? Hanno qualcosa da nascondere? E se poi è ormai chiaro dalle sue stesse dichiarazioni, Placidi deve dimettersi poiché non è capace di garantire lo scopo del suo assessorato. Di conseguenza sporgiamo denuncia alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e all’Autorità Nazionale Anticorruzione: vedremo se negheranno le fatture anche alla Guardia di Finanza”.
L’ex consigliere anziate infine si sofferma anche sulle isole ecologiche che ad oggi non sarebbero ancora funzionanti quando invece l’assessorato all’ambiente aveva comunicato il 22 agosto come data di entrata in funzione: “Le isole ecologiche sono una buffonata. Dovevano partire oltre un mese fa e invece sono solo un ricettacolo di immondizia che staziona per giorni con un olezzo incredibile. E perché? L’Enel non concede al comune l’allaccio elettrico indispensabile al funzionamento poiché questo è moroso e non in regola con i pagamenti delle bollette. Scartata l’ipotesi di alimentarle coi pannelli solari, si allacceranno abusivamente alla rete pubblica?”.
Ora resta da vedere se ci sarà una reazione da parte dell’amministrazione comunale.
(di Daniele Mancin)