“Ad 11 anni dalla proposta, si avvicina il traguardo della Riserva Marina di Torre Astura“. Lo scrive in una nota stampa Claudio Pelagallo, ambientalista. “Scadranno il 4 settembre 2016 i termini fissati dalla Regione Lazio per presentare eventuali suggerimenti e/o contributi da parte di tutti i portatori d’interesse. Mi auguro – sottolinea Pelagallo – che il Comune di Nettuno formuli una proposta per un consistente ampliamento dell’area da tutelare”. Un augurio che arriva 24 ore dopo la formalizzazione da parte del Sindaco Angelo Casto, della richiesta di ampliamento dell’area protetta e dei vincoli annessi (https://www.ilclandestinogiornale.it/attualita/32973/nettuno-area-protetta-a-torre-astura-regole-e-divieti/). “Nel Febbraio del 2005 mi recai presso l’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio in via del Tintoretto per illustrare la proposta di Istituzione della riserva marina di Torre Astura, vista la grande rilevanza ambientale e naturalistica rappresentata da questo tratto di mare del litorale romano. I fondali davanti al promontorio di Torre Astura sono popolati tra l’altro dalla Posidonia oceanica, la più grande fanerogama marina del Mediterraneo, divenuta ormai piuttosto rara nei mari della costiera romana a causa dell’inquinamento e dei danni inferti dagli ancoraggi delle imbarcazioni. Sono inoltre frequenti, in gran numero, le specie di pesci sia di fondale, come la murena, il gronco, le triglie e la rana pescatrice, che di acque libere, come la spigola, il cefalo, l’occhiata, il sarago. Nelle acque antistanti il poligono militare on è difficile avvistare i delfini oltre ad alcune rare specie di uccelli marini come le sule e molte specie della famiglia dei gabbiani. L’area interessata potrebbe interessare circa 4 mila ha”.
“L’obiettivo generale di conservazione e gestione del SIC IT6000011 ‘Fondali tra Torre Astura e Capo Portiere’ – si legge nella relazione che accompagna la proposta della Regione Lazio- è quello di garantire la conservazione degli habitat e delle specie di fauna e flora di interesse comunitario presenti e della biodiversità in generale, mantenendo o laddove necessario ripristinando gli equilibri biologici in atto, preservando il ruolo ecologico-funzionale complessivo del sito stesso nell’ambito della Rete Natura 2000, ai sensi dell’art. 2 della Direttiva 92/43/CEE. Obiettivo specifico prioritario di conservazione e gestione del sito è quello di garantire il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie di interesse comunitario presenti, di seguito riportati come ad alta, media o bassa priorità di conservazione”. Per proteggere l’area in questione occorre vietare l’esercizio della pesca con reti da traino, draghe, ciancioli, sciabiche da natante, sciabiche da spiaggia, reti analoghe sulle praterie sottomarine, in particolare sulle praterie di posidonia (Posidonia oceanica) o di altre fanerogame marine, di cui all’art. 4 del regolamento (CE) n. 1967/06; g) è vietato l’esercizio della pesca con reti da traino, draghe, sciabiche da spiaggia, reti analoghe e altri attrezzi non consentiti su habitat delicati”.