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Acqualatina inadeguata, il Sindaco di Nettuno in prima fila per tornare al pubblico

La sede di Acqualatina

E’ un documento dirompente quello firmato, per la prima volta da 10 anni a questa parte, dalla maggioranza dei Sindaci dell’auto 4, tra cui il primo cittadino di Nettuno Angelo Casto, che chiedono a gran voce e con atti alla mano di tornare ad una gestione pubblica. Sorprende tra il gruppo dei Sindaci contestatori, l’assenza del primo cittadino di Aprilia. Il documento in questione, presentato oggi, non è stato votato dall’Assemblea, a cui sarà riproposto la prossima volta. Intanto, la seduta convocata per l’approvazione del Bialncio, è stata aggiornata. Ecco il documento che vale la pena di leggere da cima a fondo.

“I Sindaci dell’Ato 4 per la gestione del servizio idrico integrato – si legge nel documento – di Nettuno, Formia, Minturno, Sezze, Priverno, Lenola, Pontinia, Roccasecca dei Volsci, Roccagorga, Castelforte, Maenza, Cori, Norma, Sermoneta, Santi Costa e Damiano, Latina, Terracina, Cisterna di Latina e Amaseno (e non il Sindaco di Anzio), in rappresentanza delle loro comunità e delle quote che rappresentano nel pacchetto di maggioranza pubblica della società Acqualatina ritengono che la gestione del servizio idrico sia “inadeguata e necessiti di profondi cambiamenti”.

In un documento i Sindaci “Affermano la volontà di avviare un percorso di pubblicizzazione integrale della società attraverso l’acquisizione delle quote di proprietà di Idrolatina appartenente al gruppo Veolia. Al fine di consentire tale processo, non privo di implicazioni economiche e normative, i Sindaci in calce intendono conoscere l’effettivo stato patrimoniale della società attraverso una ‘due diligente’ indipendente commissionata a una primaria società di valutazione. Sarà necessario un periodo di almeno 90 giorni affinché il programma venga completato. Pertanto si chiede al gruppo Veolia di sospendere la procedura di vendita delle quote in suo possesso. Contestualmente si chiede al Sindaco di Roma di intervenire presso la società Acea, di cui detiene il pacchetto di maggioranza, di non intervenire nel processo di acquisto delle quote.

I risultati delle amministrative hanno determinato cambiamenti profondi in alcuni Comuni che sono decisivi per la formazione di una volontà di maggioranza all’interno dell’Assemblea dei Sindaci. Ad oggi la maggioranza dei Sindaci e delle comunità da loro rappresentate è favorevole alla pubblicizzazione del sistema idrico. Crediamo che l’attuale management eletto dalla vecchia Assemblea di Acqualatina debba presentare le proprie dimissioni e favorire l’elezione di nuovi amministratori da parte di un’Assemblea profondamente rinnovata. Non si tratta di applicare un generica procedura di spoil system ma di prendere atto che non si può essere persone adeguate per tutte le stagioni e che a un cambio così profondo della situazione politica amministrativa debba corrispondere un cambiamento di gestione altrettanto chiaro.

L’aumento tariffario così come previsto dalla proposta di bilancio presentata da questo consiglio d’amministrazione, non è stato condiviso dai sindaci che sottoscrivono questo documento. La sua eventuale applicazione avverrebbe esclusivamente con l’approvazione del socio privato, più una eventuale quota di azioni pubbliche, il che, sotto il profilo istituzionale prima ancora che politico, rappresenterebbe una vera e propria ferita nel rapporto tra questa società e i suoi committenti. Noi chiediamo che l’utile di esercizio venga impiegato per ridurre le tariffe, tanto più oggi che i disservizi idrici diffusi sull’intero territorio provinciale provocano malcontento e critiche motivate in larghi strati della popolazione provinciale.

Il piano di investimenti deve essere profondamente rivisto perché sia in grado di fronteggiare le carenze nell’approvvigionamento idrico emerse in queste ultime settimane. Tali problemi e disservizi hanno finito per ledere i diritti individuali dei cittadini. I tanto decantati interventi nel campo dello smaltimento e della depurazione dei liquami non hanno eliminato le criticità che ancora affliggono il territorio, soprattutto nei comuni costieri. Riteniamo che tali interventi non siano stati adeguati alle esigenze.

Riteniamo inoltre che la struttura organizzativa di Acqualatina, con 350 dipendenti di cui la metà amministrativi, sia elefantiaca e pesi come un macigno sui costi della società. Occorre mettere mano ad una profonda spending review e tutto ciò sarà possibile solo con un profondo rinnovamento del management. Certamente quest’ultimo non potrà essere messo in atto dalla dirigenza che questa struttura ha prodotto e sostenuto”.