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Porto di Anzio, interrogazione dei 5 stelle in Regione

Il porto di Anzio

Continua la battaglia ambientalista contro la realizzazione del nuovo porto di Anzio da parte di alcuni esponenti politici. A sollevare la questione questa volta (dopo il consiglio comunale di Sabaudia) sono stati quattro consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Devid Porrello, Gaia Pernarella, Valentina Corrado e Silvia Blasi, con un’interrogazione indirizzata agli assessori regionali alla mobilità, Michele Civita, e all’ambiente, Mauro Buschini. E’ la seconda interrogazione dei grillini ai vertici della Regione per fare chiarezza sui lavori al Porto.

Il progetto della Capo d’Anzio prevede la ristrutturazione del bacino esistente, con la creazione di altri 791 posti barca, e la realizzazione di un nuovo bacino da 291 posti, con due attracchi per gli aliscafi e due per i traghetti. I grillini ricordano nell’interrogazione che la costa a sud della città di Nerone è caratterizzata da diverse aree naturali protette, a partire dal Parco Nazionale del Circeo, e soggetta al fenomeno dell’erosione, che potrebbe aumentare vistosamente con la costruzione della nuova infrastruttura. A tal proposito viene così sottolineato che lo stesso Ente Parco, nel maggio scorso, ha ricordato che uno studio commissionato proprio dalla Regione alla fine degli anni ’90, relativo al riequilibrio della spiaggia tra Foce Verde e Torre Paola, evidenziò come un nuovo molo ad Anzio avrebbe avuto conseguenze disastrose per quel tratto di costa. Conclusioni ribadite da uno studio che, nel 2009, la Provincia di Latina commissionò all’Ispra. Secondo i pentastellati il via libera al nuovo porto è stato così dato sulla scorta di considerazioni superate, ovvero del piano porti del 1998. Nell’interrogazione viene inoltre sottolineato che a dicembre anche il Ministero dell’ambiente ha chiesto informazioni sull’impatto dell’infrastruttura e che non sarebbero state fatte le adeguate valutazioni sulle conseguenze della stessa sui resti del vecchio porto romano di Anzio. Ai due assessori è stato così chiesto di appurare se il progetto della Capo d’Anzio ha rispettato tutte le prescrizioni impartite nel decreto di valutazione di impatto ambientale, di tenere in considerazione gli studi sulla costa fatti eseguire dalla Regione negli ultimi trent’anni, di valutare l’impatto che il porto avrà sulle attività alberghiere, balneari e commerciali del litorale e di specificare quali risposte sono state date sinora al Ministero dell’Ambiente e al Parco del Circeo.