Si è tenuta, il 7 aprile scorso, presso la Sala Montalcini di piazza Pia 20 ad Anzio, l’assemblea annuale dei soci di Legambiente di Anzio e Nettuno con l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo. Alla presidenza del Circolo è stata confermata l’instancabile Anna Tomassetti , alla segreteria Ivana Baia, mentre la carica di vice presidente è stata assegnata alla vulcanica Angela Ambrosi. Al fine di dare una struttura più agile e per un migliore coordinamento del lavoro del Circolo, le cariche di Consigliere sono state definite per area di attività ; per cui Sergio Franchi si occuperà del settore rifiuti, Antonio Facci dell’attività presso le scuole, Lidia Penza dei problemi dell’acqua, Angela Ambrosi delle problematiche delle spiagge e del mare ed infine Pietro Cavallin si occuperà della natura e del verde. L’Assemblea ha discusso e deciso in merito alle prossime iniziative del Circolo ed ha ascoltato le relazioni sui progetti in atto a cui Legambiente partecipa, come quello in difesa della Vignarola, di APSAET , di Salviamo la Pineta del Lido dei Pini, di Lavinio NO-BIOGAS e di Clean. L’assemblea è stata turbata, però, dalla notizia che il Comune di Anzio ha deciso di precludere, sin dai prossimi giorni, qualsiasi attività nei locali finora utilizzati da Legambiente per le proprie attività associative ma anche da altre associazioni e istituzioni sindacali. L’appartamento, a cui è stato dato il nome di Rita Levi Montalcini, è di proprietà comunale ed è posto al primo piano del civico 20; esso è, in modo prevalente, sede della CISL e fu dato in concessione, ad un canone contenuto, all’allora Partito della Margherita e si dice che l’utenza elettrica sia addirittura ancora intestata a nome della Democrazia Cristiana; per cui le attività sociali che vi vengono svolte hanno radici profonde. Ora, all’improvviso, associazioni che operano nella società con tanti meriti e molti risultati; gruppi di persone che aggregano, senza scopo di lucro, iniziative in favore dell’ambiente e dei cittadini di Anzio vengono messe alla porta senza nemmeno il preavviso , creando notevoli disagi alle attività in corso. Sembra che la Corte dei Conti abbia avuto qualcosa da ridire sulla gestione dei beni pubblici del Comune e, ad Anzio, la Corte dei Conti ha fatto già vittime illustri, per cui chi è rimasto scottato con l’acqua calda ha paura anche di quella tiepida. Una sola considerazione: le associazioni interessate svolgono attività che spesso sopperiscono a carenze del servizio pubblico e lo fanno a zero costi per la fiscalità comune; molti comuni italiani incoraggiano ed incentivano tali attività: il Comune di Anzio si limiti almeno a rispettarle. Se una normativa impone lo sfratto di tali associazioni, si dia almeno il tempo necessario affinchè esse possano trovare soluzioni alternative che non ne penalizzino l’attività.