E’ stata discussa ieri in parlamento l’interrogazione di Federico Futilli sulle: “Iniziative di competenza volte a promuovere verifiche in ordine ai rischi per la salute e per l’ambiente con riferimento ad un progetto per la realizzazione di una centrale destinata al trattamento di rifiuti e alla produzione di gas metano nel comune di Anzio – n. 3-02160).
“Signor Presidente, Ministro – ha detto Fauttilli rivolto al Ministro Gianluca Galletti – come lei sa, la interroghiamo per un problema estremamente grave: l’inquinamento per rifiuti di un’area già intensamente interessata da impianti di turbogas, area che si trova ai confini tra i comuni di Aprilia, Anzio e Nettuno. In particolare si tratta della località «Padiglione», nel territorio di Anzio. È stata recentemente scoperta in quest’area una discarica di rifiuti abbandonati, individuati tra una piccola ma abbastanza vasta area boscosa ed un profondo fosso in cui scorre un corso d’acqua che trova il suo naturale sbocco a circa due chilometri a valle, direttamente al mare al confine tra il lido di Lavinio e il lido di Gigli. Ministro, noi le chiediamo, per quanto di sua competenza, se intende promuovere una verifica in ordine ai rischi per la salute e per l’ambiente riscontrabili nell’area citata e al livello di inquinamento complessivo, perché si tratta di un sito di interesse comunitario e quindi questa situazione potrebbe ulteriormente aggravarla”.
Il Ministro dell’Ambiente Galletti ha quindi detto la sua. “Ringrazio l’onorevole Fauttilli per darci la possibilità di mettere a fuoco una situazione sicuramente interessante per il Paese. Una premessa: noi non abbiamo, come Ministero, competenze specifiche sulla bonifica in oggetto, noi abbiamo richiesto le informazioni necessarie agli enti territorialmente competenti. In merito all’area interessata dall’accumulo di rifiuti misti, va premesso che tali rifiuti giacciono nel sito da più di quarant’anni e le piattaforme in cemento furono realizzate negli anni Novanta, quando tale sito venne utilizzato come punto di trasferenza dei rifiuti da destinare fuori regione. Vennero invece in quell’occasione – siamo appunto negli anni Novanta – smaltiti correttamente i fusti contenenti i rifiuti speciali farmaceutici. Sull’impianto di recupero di rifiuti non pericolosi con produzione di biometano in località Padiglione, proposto dalla società Green Future 2015, la città di Anzio ha espresso in diverse occasioni ufficiali parere contrario alla realizzazione dell’impianto. Per quanto concerne l’altro impianto, la sua realizzazione e gestione è stata autorizzata alla società Anzio BioWest Srl dopo una conferenza di servizi a cui l’amministrazione comunale ha espresso invece parere favorevole; successivamente, in data 7 agosto 2015, la stessa società ha presentato alla regione Lazio istanza di variante dell’impianto autorizzato. Poiché la città di Anzio non è stata coinvolta nella procedura amministrativa relativa alla suddetta variante, decise allora, nel 2015, di impugnare la relativa determinazione regionale. La regione Lazio ci ha evidenziato che il sito non risulta essere una ex discarica autorizzata, ma un vero e proprio abbandono di rifiuti: in questo caso le attività di rimozione dei rifiuti, così come previsto dal codice ambientale, spettano al responsabile dell’abbandono dei rifiuti stessi in solido con il proprietario del sito, e con i titolari di diritti di godimento dell’area sul quale i rifiuti insistono. Qualora questi soggetti obbligati non agissero o fossero ignoti, spetta al comune nel cui territorio insiste l’abbandono dei rifiuti porre in essere tutte le attività di rimozione. Sulla procedura autorizzativa relativa ad una centrale destinata al trattamento dei rifiuti dalla produzione di gas metano, anche questo progetto della Green Future 2015, la regione Lazio in sede di VIA ha rilevato una serie di criticità sul sito interessato al progetto. La ASL Roma 6 ha evidenziato che non è stato preso in considerazione l’aspetto del potenziale rischio sanitario, ed ha a tal proposito richiesto una valutazione puntuale che consideri anche la presenza di insediamenti abitativi e scuole. Sul secondo impianto a biogas già approvato risulta pendente, come ho già detto, il ricorso al TAR del Lazio. La regione comunque fa presente che avrà cura di incaricare la propria Agenzia regionale per l’ambiente di effettuare in tempi certi ogni verifica utile sullo stato dei luoghi, e solleciterà anche l’amministrazione comunale a porre in essere tutte le azioni conseguenti. Il Ministero comunque – la voglio rassicurare su questo – continuerà a porre l’attenzione sul problema e svolgerà un’attività di sollecito nei confronti dei soggetti territorialmente competenti: è l’unica cosa che possiamo fare”.