“L’Area Porti e Trasporto Marittimo regionale ha chiesto un intervento della Regione Lazio al fine di conoscere gli adempimenti che sono stati assunti ad oggi, dal Comune di Anzio, in merito alle concessioni demaniali marittime aventi finalità turistico recreative che insistono all’interno della concessione demaniale rilasciata alla società Capo d’Anzio Spa”. Lo scrive proprio la Regione in un lettera che è stata inviata al Comune di Anzio e nello specifico all’Ufficio demanio marittimo. “Come noto – si legge ancora nella missiva – la richiesta nasce dal fatto che alcuni concessionari si oppongono al rilascio della propria area demaniale, nonostante la competente Area Porti e Trasporto marittimo regionale abbia provveduto alla consegna definitiva delle aree assentite in concessione alla società Concessionaria. Pertanto si chiede a codesto ufficio di essere aggiornati sull’attività posta in essere da Codesta amministrazione in merito all’argomento”. Il Comune non ha ancora risposto in via ufficiale, probabilmente perché molto poco c’è da dire. Nonostante i solleciti della Regione, infatti nulla è stato fatto per entrare attivamente in possesso delle Aree (il sollecito riguardava anche le forze dell’ordine competenti, che tuttavia attendono le indicazioni del Comune il primo a doversi muovere e dare indicazioni). A qualche mese di distanza dalle dimissioni del Presidente della Capo d’Anzio Spa Luigi D’Arpino, che ha lasciato dopo aver ricevuto delle pesanti minacce, l’Amministrazione è rimasta del tutto inerte. Anche del dialogo aperto con gli ormeggiatori attuali, che continuano a lavorare “senza titolo” come sostengono dalla Regione, si è persa traccia. Il Sindaco tarda anche a nominare il nuovo Presidente della capo d’Anzio e l’inerzia che sta portando avanti è diventata davvero inspiegabile alla luce di una situazione finanziaria della Spa chiamata a realizzare il nuovo porto, in allarmante passivo. Restano da capire le motivazioni di questo stallo che diventa ogni giorno di più imbarazzante e che sembra regalare al socio privato, dei margini di manovra sempre più ampi mentre i cittadini (inerti anche loro di fronte ai fatti) rischiano di perdere per sempre la possibilità di avere voce in capitolo sulla realizzazione di quest’opera importantissima che fa gola a tanti e che l’Amministrazione non sembra in grado di riuscire a “proteggere” neanche di fronte al rischio che la Regione possa subentrare commissariato il Comune e provvedendo direttamente all’acquisizione delle Aree. Il rischio concreto, infine, è che i benefici della concessione, pagati a caro prezzo dal Comune sia infine un soggetto terzo a poterli sfruttare. Mentre il Comune resta a guardare.