Anzio – Porto in “svendita”, grido d’allarme del Pd

In una conferenza stampa il gruppo consiliare del Pd di Anzio formato dai consiglieri Ivano Bernardone, Andrea Mingiacchi (capogruppo) e Maria Teresa Lo Fazio e il Segretario del partito Gianni De Micheli hanno detto al loro sulle vicende del Porto di Anzio. “C’è una volontà politica di arrivare alla dismissione del porto – ha esordito De Micheli – nel 2011 è stato presentato un bando irrealizzabile la cui gara è andata deserta al posto di un progetto sostenibile avviato solo nel 2014. Si sono persi tre anni e si arriva alla situazione attuale con i ricorsi conclusi oggi. Nessuno si è focalizzato sulla questione societaria e questa deriva non casuale ma è ben guidata. Due anni fa  – ha detto ancora De Micheli – abbiamo fatto una proposta, ancora in campo, per evitare la privatizzazione. E’ da un mese e mezzo chiediamo un consiglio comunale per valutarla. Siamo aperti anche ad altre proposte perché il porto resti della città. Non possiamo cedere il pezzo più pregiato della città. Tutti dicono di volere il porto pubblico ma qui solo il Pd lo vuole. Gli altri chiacchierano. Chi parla di altro di fatto sta vendendo la città. Per questo siamo qui oggi (ieri sera ndr). Ci sono state le dimissioni del Presidente della Capo d’Anzio che denuncia lui stesso quello che noi diciamo da sempre: il Sindaco vuole cedere tutto al privato. Siamo vicini alla scadenza il nostro è un grido d’allarme. Servono cinque firme per convocare questo consiglio ci appelliamo a Tontini che sia ancora dei 5 stelle oppure no e anche ad altre forze che si dicono di opposizione per chiedere anche un’Assemblea pubblica”. “Da qui a due mesi il comune dismetterà il porto – aggiunge Bernardone – poi i cittadini non potranno più mettere bocca. Gli ormeggiatori hanno perso il ricorso, c’è un esito e la Regione ha subito assecondato l’inversione del cronoprogramma e ad agire per riprendersi le aree. Gli ormeggiatori sono sfrattati oggi dal porto di Anzio insieme a tutti noi. Sapevano che sarebbero stati declassati. Quello che si verifica oggi supera qualunque fosca fantasia. Si stanno vendendo il porto come Totò cercava di vendere la Fontana di Trevi. Voglio sperare che arrivi un grido alla città su cosa accade. Cittadini desensibilizzati sul tema perché terreno di scontro di campagna elettorale da 10 anni. Si stanno vendendo il porto, stanno privatizzando l’intero centro cittadino”. C’è quindi l’appello all’opposizione per chiedere subito un consiglio comunale e fermare la cessione del porto. La priorità è che l’opera resti pubblica.