Home Politica Anzio – Porto, Tulli: “Operazione rischiosa e arrogante”

Anzio – Porto, Tulli: “Operazione rischiosa e arrogante”

Paride Tulli

“Sulla sincerità del sindaco quando dice “ tutti a casa” al CdA della Capo d’Anzio e di D’Arpino quando da le dimissioni con tanto di conferenza stampa, ci metto la mano sul fuoco, anche per averle riscontrate personalmente”. Lo scrive in una nota stampa il segretario del Psdi Paride Tulli. ” Che ci ripensino in meno di 24 ore è un film già visto il cui protagonista è sempre lo stesso – aggiunge Tulli – quel Franco Pusceddu che pur stando in ferie e prossimo alla pensione, si precipita a tirare le orecchie ai due che pentiti si rimangiano tutto. Comunque a meno che qualcuno non l’avesse ancora capito, esiste un CdA ombra che ha il potere di gestire Comune e Capo d’Anzio con l’unico scopo del business, della madre di tutte le speculazioni, dell’interesse privato rispetto al pubblico, della vendita del centro storico porto compreso al privato, un’operazione che vale tre Piani Regolatori da dividere tra pochi intimi. Del resto basterà attendere la pubblicazione del decreto Madia e la Capo d’Anzio potrebbe essere inserita nell’elenco delle partecipate da eliminare per il non rispetto delle finalità istituzionali di un comune che certo non prevede la costruzione di porti. Solo un babbeo potrebbe credere che questo CdA pubblichi il bando di gara, ammesso che ci sia ancora tempo, anche perché si rischia che un giorno la Corte dei Conti decida veramente di chiedere la restituzione dei milioni spesi in quindici anni di chiacchiere e bengodi, con viaggi, alberghi, cene, ecc…a nostre spese! Al contrario di qualcuno allora ciecamente convinto della bontà dell’opera, il sottoscritto ed altri amici del PD la consideravano già un’operazione rischiosa e arrogante, sovradimensionata per una cittadina come Anzio, ma soprattutto priva di un’anima popolare. I fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione. Speriamo che i prossimi padroni della città, coloro che acquisteranno la concessione, rispettino la nostra storia e la nostra cultura più di qualche portodanzese che se l’è venduta per 30 denari!”.