E’ Luciano Mingiacchi a dire la sua sulla sentenza dei giorni scorsi, che lo ha visto condannato a 4 anni di reclusion e alla confisca di 250mila euro di beni personali per i reati di corruzione turbativa d’sta. “La sentenza pronunciata lo scorso venerdì dal Tribunale di Viterbo nei confronti miei e dell’altra persona imputata – scrive Mingiacchi in una nota stampa – mi ha sorpreso e sconvolto. Dopo l’esposizione delle motivazioni difensive del mio avvocato, pensavo di aver dimostrato l’assoluta correttezza degli atti compiuti nel periodo in cui ho svolto l’incarico di Direttore Generale della Asl Rmh e la mancata evidenza delle prove rispetto alle accuse alla base del processo. Nel corso degli ultimi due anni avevo avuto la soddisfazione morale di veder riconosciuta la mia innocenza, con formula piena e nella Udienza Preliminare, da parte di due diversi Giudici di Roma nel procedimento penale promosso a suo tempo dalla Procura della Repubblica di Velletri e che mi aveva portato, nel febbraio 2009, a rassegnare le dimissioni dall’incarico. Così non è avvenuto a Viterbo al termine di un “giudizio immediato” durato cinque anni. E pertanto, nel confermare ancora una volta la mia totale estraneità ai fatti oggetto del giudicato, proporrò ricorso alla Corte di Appello di Roma perché sia riconosciuta la correttezza del mio operato e la insussistenza delle prove a mio carico. Ricordo, ad ogni buon fine, che nessun cittadino è colpevole di un reato se non dopo i tre gradi di giudizio previsti dalla nostra Costituzione”.