“Noi abbiamo subito un processo morale e civile e gli altri sono eroi”. Questo lo sfogo dell’ex consigliere comunale del Pd di Nettuno Pamela Polito, che abbiamo contattato per un commento all’indomani della espulsione dal Partito democratico. “Noi” per la Polito sono i consiglieri espulsi con lei, Nicola Burrini e Matteo Selva, mentre gli “altri” sono i consiglieri comunali di Roma che, per essere andati dal Notaio e per mandare a casa il sindaco Ignazio Marino sono stati osannati e non si parla certo di espulsioni.
“La mia – dice ancora la Polito – non è una forma di contestazione della decisione presa dalla Commissione, tra l’altro lo voglio sottolineare, sfiducerei di nuovo e senza pensarci non solo il Sindaco Alessio Chiavetta ma anche tutto il sistema che intorno al Sindaco girava. Non tornerei mai indietro. L’unica cosa che ho valutato in quel momento è stato l’interesse del mio territorio. Il Pd che oggi ci butta fuori, l’interesse della città di Nettuno non lo ha considerato all’epoca e non lo considera neanche oggi”.
La Polito non manca di contestare le “motivazioni” addotte dal partito per l’espulsione.
“Ogni volta che mi tornano in mente le parole usate nella lettera con cui mi hanno espulso – spiega – mi viene da sorridere. Il Pd ci annunciava la sospensione prima e l’espulsione poi per il danno all’immagine del Pd, in quanto non sussistevano, secondo loro, motivi così gravi da giustificare il nostro comportamento e poi hanno sostenuto che il mio comportamento, così come quello di Burrini e Selva, è stato lesivo degli interessi del Pd. Quindi il problema sono gli interessi del Pd e il danno di immagine del Pd che al danno per i cittadini e per la città di Nettuno non ci ha pensato neanche un minuto”. Quindi l’ex consigliere comunale, fa un appunto tecnico al suo ex Partito. “Vorrei chiedere a Maugliani come mai l’applicazione dello Statuto del Pd avviene in maniera così puntigliosa solo in Provincia della Capitale ma non nel comune di Roma. Lo chiedo a Maugliani che già pensava che il nostro capitolo fosse chiuso sei mese fa e che invece sembra oggi molto partecipe della sorte dei consiglieri romani. Ci spieghi la sua moralità e la sua coerenza nell’applicazione dello Statuto. Comunque – aggiunge – la risposta ormai interessa davvero poco: Io e Nicola abbiamo fatto una guerra interna alla maggioranza per far emergere e cercare di imporre gli interessi della città. Il tempo e galantuomo – sottolinea – oggi il Commissario prefettizio sul parcheggione ha preso decisioni che ricalcavano le nostre proposte e battaglie, il tempo ci sta dando e ci darà ancora ragione”.
Fuori dal Pd come vedi il tuo futuro politico?
“Stiamo lavorando ad un nuovo progetto – risponde – sempre con il mio amico e collega Nicola Burrini. Un progetto fatto più di idee e proposte che di simboli. Abbiamo detto basta alle logiche di partito in favore degli interessi di una città che vive un momento di grande crisi”. Intendi ricandidarti?
“Non lo so – risponde – è una cosa che devo ancora decidere, ma sicuramente non abbandonerò la politica locale”.