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Ospedale di Anzio, interrogazione al Ministro Lorenzin

E’ stata inviata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin l’interrogazione del senatore Raffaele Volpi, del gruppo Noi con Salvini, sulla situazione del polo ospedaliero di Anzio e Nettuno. A sollecitare l’intervento il gruppo locale, guidato da Pierluigi Campomizzi, che ha annunciato questa iniziativa in concomitanza con la chiusura del Presidio organizzato durante il mese di agosto fuori dal Pronto soccorso.

“Premesso che la riforma della Sanità per il 2015 propone alcuni tagli tesi alla riorganizzazione di strutture, degenze ospedaliere e tutte le pratiche interconnesse – si legge nell’interrogazione – Il problema è ovviamente riuscire a rintracciare quali siano i costi inutili in una materia delicata, come la sanità, ed arginare il “consumismo sanitario”; la Regione Lazio, a fine 2015, ha previsto una rivalutazione dei bacini territoriali, riarticolandone l’assetto in tre aree: Nord, con le provincie di Viterbo e Rieti; Sud, con le provincie di Frosinone e Latina; Area Metropolitana di Roma. L’impegno profuso per il mantenimento di alcune strutture ospedaliere di diversi comuni laziali (si pensi al potenziamento degli ospedali dei Castelli Romani, a Marino e Ariccia), nonché le politiche tese al miglioramento dell’efficienza nei servizi sanitari dovrebbero essere, tuttavia, applicati correttamente ed imparzialmente su tutto il territorio nazionale e, nel caso specifico, anche al litorale sud di Roma; risulta all’interrogante che la direzione generale dell’ASL RM H ha sacrificato, in termini di tutela e di implementazione di servizi resi ai cittadini della zona, dotata di un bacino d’utenza che d’estate raggiunge le 400.000 unità, proprio il nosocomio di riferimento del territorio, gli ospedali riuniti di Anzio e Nettuno, che hanno assistito, nell’ordine, alla chiusura di centralino, rianimazione neonatale, centro trasfusionale, alla chiusura del turno pari dell’emodialisi, agli ambulatori di ginecologia a fasi alterne, all’accorpamento dei reparti otorino, chirurgia e ortopedia e all’accorpamento rianimazione-Utic, con conseguente riduzione dei posti letto; tra accorpamenti di reparti, chiusura di servizi sanitari primari, un pronto soccorso che esplode, ricoveri bloccati, sale operatorie a basso regime, gravissima carenza di personale infermieristico e medico, la situazione risulta essere davvero critica. Non è accettabile che la direzione generale della Asl Roma H e l’amministrazione regionale non si facciano scrupolo nel lasciare scoperto e privo di servizi sanitari efficienti un territorio dall’altissimo bacino d’utenza e mediamente distante da ogni altra struttura ospedaliera; considerato che nella riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, l’obiettivo dell’assistenza ospedaliera è quello di garantire a tutti i soggetti assistiti dal servizio sanitario nazionale l’accesso ai ricoveri ospedalieri necessari per trattare: condizioni patologiche indifferibili che necessitano di interventi diagnostico- terapeutici di emergenza o di urgenza, patologie acute non gestibili in ambito ambulatoriale e/o domiciliare, nonché condizioni patologiche di lunga durata, che richiedano un trattamento diagnostico-terapeutico non erogabile in forma extraospedaliera attraverso le seguenti prestazioni ed attività: visite mediche; assistenza infermieristica; ogni atto e procedura diagnostica, terapeutica e riabilitativa necessari per risolvere i problemi di salute del paziente degente e compatibili con il livello di dotazione tecnologica delle singole strutture; interventi di soccorso nei confronti dei malati o infortunati in situazioni di urgenza o di emergenza medica ed eventuale trasporto in ospedale, anche coordinato da centrale operativa collegata al sistema del numero telefonico 118; l’intervento organizzativo che si sta applicando trascura a parere dell’interrogante molte delle considerazioni espresse, viola il principio di economicità, in quanto ignora le potenzialità delle attuali strutture, peraltro interessate da recenti interventi migliorativi, declassa siti di rilevante importanza, in quanto assistono un bacino d’utenza del litorale sud di Roma di circa 250.000 persone nel periodo invernale e 400.000 nel periodo estivo; considerato infine che a quanto risulta all’interrogante è stata già presentata un’interrogazione a risposta immediata al Presidente della Regione Zingaretti, tramite la Presidenza del Consiglio regionale e una richiesta di accesso agli atti amministrativi della direzione ASL, al fine di appurare la richiesta di misure atte a scongiurare la situazione di emergenza cui si sta assistendo; è stato organizzato, inoltre, un presidio permanente presso l’ospedale di Anzio e Nettuno, al fine di raccogliere firme e chiedere quali iniziative la direzione, in concorso con la Regione Lazio, intenda assumere con la massima urgenza per garantire i diritti imprescindibili dei cittadini all’assistenza sanitaria e alla tutela della salute, si chiede di sapere se il Governo sia a conoscenza della citata vertenza, in quanto risulta all’interrogante che tutti gli atti sarebbero stati inviati alla segreteria del Ministro in indirizzo, e quali iniziative intenda adottare per ripristinare un tavolo di confronto, al fine di valutare con i corretti parametri i provvedimenti da adottare a tutela del diritto alla salute per il territorio del litorale sud di Roma, la cui assistenza è garantita dalla struttura degli ospedali riuniti di Anzio e Nettuno e dall’ospedale “Villa Albani”, oggi entrambi in fase di declassamento, pur servendo un bacino molto significativo in termini di residenze”. Si resta in attesa di risposta.