Anzio – Riserva Puccini, appello di Toselli per fermare la cementificazione

“Riserva Puccini: un altro piatto forte dell’urbanistica “a la carte” dell’Amministrazione comunale di Anzio. “Serviti” 120.000 metri cubi sull’ultima area verde del litorale”. Lo sostiene in una nota stampa Enzo Toselli, Responsabile Urbanistica Associazione “Sinistra senza aggettivi”.

“Avevamo denunciato più volte in passato – come Associazione “Sinistra senza aggettivi” aggiunge – l’allegra gestione dell’urbanistica di Anzio fin dai primi atti del nuovo, pessimo, Prg. L’avevamo definita “a la carte” cioè adattabile e adattata alle convenienze e ai desiderata di questo o quel personaggio per soddisfare in qualche modo gli interessi convergenti – politici e di potere economico – nel centro destra che sgoverna Anzio. E, ancora una volta possiamo dire che non sbagliavamo. Così tornano puntuali e precise le denunce di allora , quanto mai calzanti rispetto all’operazione che si sta tentando sull’area Puccini. Per noi parlano articoli, interviste, prese di posizione: i guasti già prodotti dal Prg vigente sono ormai riconosciuti da tutti e consistono principalmente in una urbanizzazione selvaggia che ci ha regalato un’edilizia diffusa di bassa qualità e migliaia di alloggi disabitati e invenduti. Ma avevamo anche allertato l’opinione pubblica su altre operazioni che si stavano predisponendo, a saturazione delle poche aree ancora integre.

Tra le più pericolose, avevamo segnalato il reinserimento nel Prg – in fase di osservazioni – delle volumetrie relative all’area Puccini, non previste nella prima stesura del Piano. Tali volumetrie all’epoca del Prg furono localizzate in una zona ben definita dell’area Puccini, quella a ridosso dell’abitato di Lavinio Mare, al fine di mantenere libera la parte residua, destinandola a verde pubblico, ed impedirne la saldatura urbana con i quartieri di Cincinnato-Villa Claudia. Ora è arrivata la conferma ufficiale del via libera da parte dell’Amministrazione comunale alla urbanizzazione di questo comprensorio, continuazione naturale del polmone verde di Tor Caldara, area di enorme pregio ambientale, destinata dal Prg a verde pubblico, sottoposta a vincolo dal PTPR. Oltre tutto, con uno stravolgimento di quanto previsto dal Prg, le edificazioni per 120.000 metri cubi non saranno più concentrare nella sola area adiacente l’edificato di Lavinio Mare, bensì saranno “spalmate” di fatto su tutti i 70 ettari!

 

Nella riunione della Commissione Urbanistica Consiliare del 15 ottobre sono state illustrate le planimetrie e i criteri del nuovo intervento, che hanno evidenziato notevoli criticità:

  • L’intervento non ha alcun reale fondamento imprenditoriale e l’ipotesi prevista ha lo scopo di frazionare la cubatura su tutta la tenuta, al solo fine migliorarne l’appeal sul mercato immobiliare.
  • La parcellizzazione della volumetria in quattro “borghetti” disseminati nella tenuta, in sostanza porta all’urbanizzazione dell’intera area e prefigura di fatto un uso privato della residua area verde, che andrà al servizio degli interventi edilizi e non sarà più un parco pubblico, quello che avrebbe dovuto essere il naturale proseguimento a monte della Riserva naturale di Tor Caldara.
  • Le tipologie previste dal Prg erano turistiche, ma quelle attuali sembrano prefigurare una destinazione diversa dall’alberghiero.
  • Il progetto proposto modifica sostanzialmente le destinazioni di piano e quindi secondo noi si configura come una variante al Prg, ma l’Amministrazione comunale vuole fare in fretta e nega che si debba seguire l’iter di approvazione previsto dalla legislazione vigente.

Senza addentrarci troppo, in questa sede, in specificità tecnico-procedurali denunciamo con forza il tentativo dell’Amministrazione comunale di approvare l’intervento solo in Giunta, senza passare al vaglio del consiglio comunale e del livello di controllo regionale. Una scelta di totale chiusura, che non consente alcun dibattito pubblico su una scelta pesante, che va a compromettere l’ultima area libera di quel quartiere e della città, nel disprezzo dei più elementari principi di una corrette pianificazione e gestione del territorio. Non si tratta di incapacità e incompetenza dei nostri amministratori (forse c’è anche quella) che impedisce loro di cogliere a pieno la gravità di simili scelte per il futuro di Anzio. Si tratta della loro ferma determinazione di edificare tutto quello che è possibile e anche di più, nel più breve tempo e prima che scada, tra poco più di due anni, il loro mandato elettorale. La sinistra, tutta la sinistra, alzi la voce, si faccia sentire. Bisogna mettere in campo tutte le possibili azioni politiche e giuridiche nei confronti del Comune e dei vari livelli tecnico-istituzionali coinvolti che eventualmente avalleranno tale scelta. Si crei un ampio fronte unitario di opposizione per ridare speranza alla città. Tutte le forze sane di Anzio hanno il dovere di mobilitare energie e intelligenze per impedire ulteriori danni e far capire agli avventurieri dell’urbanistica che il loro bluff è stato scoperto. Il mega-porto, le terme, Neropolis, il casinò sono tutti sogni “inventati” per distrarre l’opinione pubblica da altre operazioni molto più terra – terra e redditizie, anche dal punto di vista elettorale. Non siamo in presenza di amministratori lungimiranti, come qualcuno vorrebbero far credere, ma di mestieranti della politica e loro accoliti di vecchio e nuovo conio ai quali abbiamo il dovere di negare un futuro politico e cacciarli prima possibile dal governo della città, evitando che facciano altri danni. Altrimenti, come già detto in altre occasioni, tra qualche anno l’urbanistica “a la carte” finirà comunque, ma non perché si sarà riusciti ad imporre nuove scelte nella direzione di uno sviluppo sostenibile, più semplicemente perché, non essendo purtroppo un bene inesauribile, non ci sarà più territorio da cucinare”.