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Fuga di massa dei militanti dal Pd di Anzio

Fuga di massa dal Pd di Anzio. A lasciare, dopo attenta meditazione, tramite un comunicato stampa Paolo Bertolaccini, Giuliana Caronti, Giancandido Clavari, Marco Dellatte, Saverio Gargana, Mario Marcellini, Alessandra Toppetta ed Enzo Toselli. “Il riposizionamento di cultura politica, di programma e di interessi rappresentati, in modo da accreditarsi a destra del Pd – scrivono nella nota stampa – ha generato disorientamento e sfiducia in molti tra coloro che avevano fermamente creduto nelle sue peculiarità di forza autenticamente democratica della sinistra di governo. Le nuove norme regressive sul lavoro, sulla scuola, il pasticcio della riforma elettorale e costituzionale, la politica fiscale e la debole lotta all’evasione e alla povertà parlano di un Pd impegnato a scimmiottare le politiche della destra berlusconiana, ormai impresentabile, nel tentativo di attrarne gli elettori. Così facendo – prosegue il comunicato – si è snaturata l’identità originaria del partito e contraddetti i principi su cui è stato fondato a cominciare dalla concezione della democrazia che, con il nuovo impianto istituzionale voluto dal governo Renzi e avallato da tutto il Pd, vede ridotti gli spazi di partecipazione ed eliminati i livelli di controllo sull’attività dell’esecutivo a cui vengono di fatto sottomessi gli altri livelli istituzionali (Parlamento, Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale). Localmente il Pd, a Nettuno annientato dalle vicende della Giunta Chiavetta e ad Anzio marginale rispetto alle vicende dell’attività amministrativa, non è in grado di dare speranza e sostegno ai ceti meno abbienti né al ceto medio, incapace di proporre idee nuove e alternative per lo sviluppo sostenibile delle due città strangolate da una crisi amplificata dal blocco dell’edilizia su cui per troppi anni si è basata l’economia locale. Sul piano strettamente politico, anche localmente, la rincorsa di posizioni di destra e dei personaggi che le esprimono sembra essere il principale obiettivo di un partito che perde credibilità ed iscritti. Per i motivi su schematicamente esposti – concludela nota – i sottoscritti militanti (ora ex) del partito democratico, molti dei quali hanno ricoperto importanti incarichi nel partito e nelle istituzioni locali, hanno maturato la decisione di uscire dal Pd convinti, tuttavia, che i valori originari su cui era stato fondato il Pd sono quanto mai validi e attuali e possono essere rilanciati e arricchiti attraverso la partecipazione e l’impegno dei tanti che si sono allontanati dal partito e dei tanti soggetti di una sinistra dispersa e disorientata con l’obiettivo di ridarle dignità e autorevolezza di moderna forza di governo e non il solo valore di forza minoritaria di testimonianza”.