Sta causando un vero terremoto in Forza Italia l’annuncio della Festa Azzurra che si dovrebbe tenere il 10 e 11 ottobre alla Pinetella di Anzio. Mentre a Nettuno la situazione è esplosa nei giorni scorsi, oggi i malumori diventano un problema serio anche ad Anzio. E la discussione che sta coinvolgendo i vertici provinciali, sembra destinata ad avere ripercussioni anche in Regione. Questi i fatti. La notizia che ad occuparsi dell’organizzazione della festa per il Comune di Nettuno fosse stato incaricato Carlo Eufemi ha fatto saltare i nervi all’ex consigliere comunale Claudio Dell’Uomo, che senza mezzi termini ha puntato il dito contro Eufemi “che è di Forza Italia solo quando gli conviene”. Dell’Uomo è l’unico ad aver detto la sua ma tutti gli altri, a livello locale, hanno manifestato con vigore il proprio malcontento ai vertici romani, al punto che l’incontro previsto a Roma con il coordinatore provinciale Adriano Palozzi è stato rinviato. Pare che Palozzi sia davvero urtato con Dell’Uomo per le sue dichiarazioni e sia pronto a provvedimenti importanti, come l’espulsione. Anche ad Anzio la situazione non è serena. I consiglieri di Forza Italia hanno ricordato ai vertici di Forza Italia che l’organizzatore selezionato per Anzio, l’assessore Patrizio Placidi, che fa parte del direttivo del partito, è stato comunque eletto in un’altra lista. Sulla vicenda è stato chiamato a dire la sua anche il coordinatore regionale, il Senatore Claudio Fazzone, per niente contento della deriva che sta prendendo la polemica locale. E ben lontano dal voler calmare le acque è ancora una volta il consigliere Dell’Uomo ad intervenire. “Nessuno si può permettere di offendere ed ignorare il lavoro di chi da vent’anni porta avanti fedelmente le cause del partito – spiega Dell’Uomo – il nostro impegno e la nostra lealtà nei confronti di Forza Italia è sotto gli occhi di tutti. Oggi chi, grazie alle indagini su Roma, è rimasto senza riferimenti politici ed è in cerca di spazi si rivolge a Palozzi che non sembra avere le idee chiare. Ma piuttosto che farci cacciare dopo una lunga o onorevole militanza, ci dimettiamo noi”.