“L’occupazione delle villette sfitte in via Monte Celio, nella zona dell’ex-pretura ad Anzio da parte di alcune famiglie di cittadini senza casa è l’ennesimo segnale della crisi sociale ed economica della nostra città”. Lo scrivono in una nota stampa gli esponenti del Partito di Rifondazione comunista del circolo di Anzio Ernesto Che Guevara. “Per anni le varie amministrazioni hanno dato il via libera alla devastazione del territorio, con un piano regolatore fatto su misura per gli interessi dei costruttori e non immune alle attenzioni del capitale mafioso, come molte inchieste hanno rilevato, ma ciò non è bastato a soddisfare il fabbisogno abitativo. Le costruzioni hanno spesso avuto come scopo delle mere manovre speculative, e del resto sono state edificate con scarsa attenzione al patrimonio paesaggistico e alla integrità urbanistica del territorio. Da tempo ad Anzio si è verificato il paradosso: case senza gente e gente senza case. Ora salta fuori che con la crisi economica molti cittadini non riescono più a pagare l’affitto o il mutuo e iniziano le occupazioni, come è avvenuto in via Monte Celio. Ci auguriamo che gli occupanti riescano a regolarizzare la loro posizione ottenendo dalla proprietà un canone di affitto equo. In questo senso è decisiva la mediazione delle istituzioni, che seppur in obbligo di tutelare la legalità, lo deve fare nel quadro di una ancora più doverosa solidarietà verso chi è più svantaggiato, senza diventare semplice gendarme di interessi privati, spesso rivelatisi cechi e sordi alle esigenze umane e ai bisogni sociali. La casa è un diritto e quello che occorrerebbe, ad Anzio come altrove, è una rinnovata edilizia pubblica che funga da calmiere per degli affitti spesso insostenibili, ma data l’ipertrofica cementificazione del territorio sarebbe opportuno che gli enti pubblici (Comune, Regione) requisiscano le case sfitte da almeno un anno e mezzo (e ad Anzio ce ne sono, basta censirle) e li assegnino a chi ne ha diritto. Solo così si uscirà dall’emergenza e non si costringerà cittadini esasperati a occupare le case vuote”.