“Come è noto, l’artigianato artistico rappresenta il cuore pulsante di ogni centro turistico. Tra questi, gli artigiani del ferro sono considerati gli ultimi «poeti del lavoro» esistenti. Ogni giorno, nelle loro botteghe, compiono qualcosa di straordinario eppure di così semplice, trasformando il metallo robusto per eccellenza in forme prima impensabili, concretizzando idee, dando letteralmente vita a degli oggetti che sarebbe sembrato impossibile poter ricavare a partire da un metallo così duro e ostile”. Lo scrive in una nota stampa Città futura.
“Mario Righini, nettunese classe ’41 (simpatizzante di Città Futura) è uno di questi “maestri” riconosciuto a livelli internazionali, ma non nella sua terra – ha dichiarato Danilo Conversi, Presidente di Città Futura – Le sue opere rimangono nell’oscurità di una cantina, sebbene abbia ricevuto numerose promesse dall’ex sindaco per la creazione di un polo museale (ove avrebbe donato le proprie sculture) con annesso laboratorio per i giovani che volessero avvicinarsi a questo antico mestiere, frequentando corsi gratuiti tenuti dal maestro”. “Come Movimento Civico – continua Conversi – abbiamo sottoposto al Commissario Prefettizio del Comune di Nettuno un progetto interessante, ovvero la sostituzione delle attuali plafoniere pericolanti e malandate del Borgo Medioevale, con più idonei lampioni in ferro battuto lavorato a mano stile cinquecentesco a costo zero, grazie ad una donazione del maestro Mario Righini. Chiaramente la posa in opera sarebbe a cura del Comune”. “Ci sono città che vivono su poli museali dedicati ad artisti del luogo, Borghi che mettono in bella mostra artigiani e lavorazioni del tempo passato – ha affermato Giulio Verdolino, di Città Futura – possibile che sono a Nettuno non interessa conservare le proprie origini, la propria storia, gli artisti del luogo?”. “Uno degli obiettivi che vogliamo prefiggerci, come Città Futura, è quello di sensibilizzare e sollecitare tutti i diversi operatori del territorio nel campo del Patrimonio Culturale e, creando una solida piattaforma di scambi, mettere a disposizione una rete di capacità e competenze già presenti sul territorio, ma non sempre conosciute e sfruttate da chi è impegnato quotidianamente nel settore, perché l’indotto economico può e deve essere incrementato. Questa Città – continua Verdolino – ha bisogno di un volano di sviluppo culturale, a cui siano chiamati a partecipare tutti gli strati della società civile. In tal senso ritengo che Mario Righini possa essere il punto di partenza in un tentativo dei nettunesi di riappropriarsi del proprio patrimonio culturale, passando innanzitutto per una maggior coscienza civile e per una maggiore consapevolezza della propria identità culturale. Confido nella sensibilità della dottoressa Moscarella, affinchè dia lo start-up alla creazione di un museo del ferro battuto che possa essere un fiore all’occhiello per la nostra bellissima città”.