Anzio – Fassina: “Ora un nuovo partito alternativo al Pd”

E’ quella dell’ex consigliere comunale del Pd, attualmente espulso dal Partito democratico Nicola Burrini la prima mano stretta da Stefano Fassina all’arrivo all’Hotel Lido Garda di Anzio (con mezz’ora di ritardo a causa di un incendio che ha soppresso alcune corse ferroviarie). Un caso sicuramente, visto che Burrini era la prima persona all’ingresso (insieme a Burrini era presente un’ampia rappresentanza del gruppo Liberal) ma che rende l’idea di quanto ampia stia diventando la schiera degli ex nel partito di Renzi. Ad attendere Fassina un pubblico eterogeneo, tra fedelissimi del partito e dissidenti. In sala tra gli altri Carlo Conte, Ulisse Pizziconi, Gianluca Faraone, Enzo Toselli, Luigi Noro e Aurelio Lo Fazio. Un pubblico numeroso (più del doppio delle persone che hanno preso parte all’ultima iniziativa organizzata dal Pd di Anzio) che aveva molto da dire. Dopo aver dato lettura ad un documento di intenti (scaricabile sul sito di Fassina) sono intervenute tantissime persone per dire la loro. L’intervento di Fassina, alle 21 circa, ha chiuso le danze e dato appuntamento a settembre per un nuovo incontro confronto. “Mi scuso per il ritardo – ha esordito – il treno delle 17,42 è stato soppresso e siamo venuti in auto, ma avremo altre occasioni per parlare. Sul sito potete trovare la relazione del 4 luglio. Ora – ha aggiunto – voglio provare a concentrarmi su alcuni punti e dare qualche risposta a chi è venuto qui a dire la sua. Abbiamo un progetto politico ambizioso e non vogliamo ripetere l’esperienza dei cartelli elettorali del 2008 né siamo in cerca di zattere per restare in Parlamento, altrimenti saremmo rimasti nel Pd. Vogliamo creare un partito per affrontare le sfide inedite del nostro tempo. Grave la situazione che stiamo attraversando in questa fase storica:  una persona su tre è sotto la soglia di povertà metà dei giovani sono disoccupati ci sono flussi migratori assurdi e chi è qualificato va via. Esportiamo ingegneri e importiamo badanti, questo è il futuro? Provate a guardare il mondo con gli occhi di un 18enne di Atene. Prima il voto su un programma alternativo e poi referendum, infine si accettano le condizioni dell’Unione. Questo per spiegare l’antipolitica. Si è antipolitici perché la politica fa fatica a essere utile. Io sono europeista ma per come è stata dominata da forze conservatrici oggi nell’Unione c’è da affrontare una profonda questione democratica che non va banalizzata con slogan come: usciamo dall’euro. E un argomento più complesso e purtroppo sinistra oggi non è un universo subito positivo per chi guarda da questa parte. La Sinistra che vogliamo punta a diminuire le disuguaglianze. Purtroppo dobbiamo fare i conti con le riforme. Si è cominciato con la Gelmini, poi la Fornero. Abbiamo un problema di credibilità del messaggero ma anche quello di un messaggio riconoscibile. Oggi siamo impegnati con altri in un progetto e bisogna ricominciare dai fondamentali ed è incredibile che sia la chiesa a dare i messaggi più profondi, e lo dico io che non sono credente. È stato il Papa a dire ai giovani di Bari che bisogna lottare per la dignità del lavoro e per la dignità del creato. Si deve dare una prospettiva. Le forze che nel 900 hanno dato dignità al lavoro e alla democrazia devono ritrovare vigore e voce. Non sono disponibile a fare cartelli elettorali con i cocci del 2008, l’obiettivo minimale è unire laddove oggi ci sono troppi io e pochi noi, ma quello che davvero voglio è che chi ha mollato ritrovi le ragioni per andare a votare. Per cambiare non possiamo aspettare che chi ha più soldi e potere ne ceda un po’. Avevo pensato per il nome  a Partito del lavoro, ma quale tipo di lavoro? Commercio, partite iva, precari professionisti proletari? Noi vogliamo creare uno spazio politico che deve essere autonomo, i segretari non li scelgono i giornali. Tutto questo non si poteva fare nel Pd? – si chiede Fassina – Sono stato eletto in parlamento con un programma diverso da quello del governo. Tuttavia non è stato Alfano a volere il jobs act o l’Italicum e nemmeno la riforma della scuola. Se sei stato eletto su un programma non si può fare. Io questi provvedimenti non li ho votati. La scuola è un pilastro della costituzione e il 90 percento ha detto stop alla nuova riforma. Un evento storico. Il voto ha punito Renzi mandando un messaggio innegabile e dopo questo, ci si aspetta che il partito provi a dialogare. La risposta? La Fiducia al senato. Non ce l’ho con Renzi – sottolinea – per me il problema è veder votare i deputati cose fuori dal programma con cui sono stati eletti. Renzi non è un usurpatore penso che rappresenti il partito e Bersani sia stato una parentesi. Ma voglio recuperare l’origine del partito e quello che costruiamo sarà alternativo a Renzi, una forza che non può stare insieme a chi vota il jobs act. Il Pd di Renzi è lontano all’idea di parito che voglio costruire. Non penso che siamo al fascismo (come ha sottolineato qualcuno nel suo intervento) ma c’è un restringimento programmato degli spazi democratici. Il partito non conta nulla e anche se Renzi è legittimato nel suo ruolo si impone su un Parlamento di nominati. Questa – spiega – è un’idea di democrazia povera e pericolosa contro cui sono pronto a battermi anche da solo. Ci rivediamo a settembre per discutere di cosa fare. Spero – ha concluso Fassina – che si possa arrivare ad una rigenerazione della politica anche ad Anzio e Nettuno che ne hanno drammaticamente bisogno. Spero che questa piattaforma possa offrire ai cittadini di Anzio e Nettuno uno strumento che li riappassioni alla politica e al territorio. Per essere al servizio della comunità con una proposta di buon governo. Navighiamo controvento e la stampa non ci darà una mano ma camminaremo insieme perché di buon governo c’è bisogno”.