Home Politica Ospedale – Di Stefano e la Mannucci a confronto con i medici

Ospedale – Di Stefano e la Mannucci a confronto con i medici

Sono arrivati questa mattina alle 10 presso il Presidio dell’Ospedale di Anzio e Nettuno Simone Di Stefano, di CasaPound Barbara Mannucci di Noi con Salvini, due dei movimenti che hanno organizzato la protesta. L’obiettivo era quello di visitare la struttura e confrontarsi con i medici. I due esponenti politici, a quanto pare, sono stati fortunati, poiché stamattina il Pronto soccorso (la visita è iniziata proprio da li) pure pienissimo era in una situazione di maggiore tranquillità rispetto al solito. Nonostante questo in ogni spazio possibile erano inserite, una vicinissima all’altra, diverse barelle. In stallo, alcuni in attesa di ricovero, soprattutto anziani. “Non ci sono spazi vitali adeguati – ha detto un’infermiera rivolta ai due – oggi sono pieni solo gli spazi di assistenza, dove muoversi è comunque difficilissimo, visto che scoppiano, di solito tuttavia dobbiamo mettere almeno cinque barelle anche nella sala per l’emergenza. Non c’è davvero altra scelta per dare risposaste a tutti coloro che si presentano. Qui – ha poi aggiunto – lavoriamo in spazi inadeguati e sotto organico. Oggi ci hanno mandato gli infermieri dei reparti perché il personale do Pronto soccorso, che fa straordinari tutti i giorni, è al limite della sopportazione. Lo segnaliamo da tempo ma non ci ascolta nessuno”. Quindi Di Stefano e la Mannucci hanno parlato con dei medici. “Ci metterei la firma affinché fosse ogni giorno così – ha detto uno di loro – ma oggi è una giornata particolarmente tranquilla. Dicono che ci mandano i rinforzi? 100 ore settimanali? Almeno potremmo tornare a respirare”. “Fino a qualche anno fa – dice un altro medico – riuscivamo a controllare anche 300 persone al giorno, ma il caos che si crea ora non c’era. C’erano più medici e due infermieri per ogni medico. Erano casi da pronto soccorso, e dopo il primo intervento venivano smistati nei reparti, ora il Pronto soccorso è in affanno e il resto della struttura non supporta gli spostamenti”. Uno dei medici ha sollevato il problema degli anziani. “Ci portano qui persone ultrasettantenni, magari con un dito rotto – spiega un medico – ma a quell’età sono tanti gli acciacchi e dopo aver curato l’emergenza non possiamo rispedirli a casa e nemmeno inviarli in reparto perché il reparto non c’è, non ci sono i letti e neanche il personale. Quindi molti anziani stazionano qui per giorni, in osservazione. Una situazione assurda”. Molti, tra l’altro, quando il pronto soccorso indica un altro ospedale per il ricovero, rifiutano il trasferimento, perché la soluzione trovata è scomoda o difficile da raggiungere e lasciano gli anziani in barella in una struttura che, dopo il primo intervento, può fare davvero poco per loro. I medici chiedono i rinforzi, ovviamente, ma anche una riorganizzazione di un sistema con molti limiti. I politici in visita hanno preso appunti e si muoveranno per fare qualcosa, intanto il Presidio va avanti. “Senza soluzioni concrete – ha detto Linda Zaratti – non arretreremo di un passo”. Intanto stamattina uno dei sostenitori del Presidio, a causa del caldo, è svenuto fuori dal Pronto soccorso. Immediato l’intervento di soccorso.