“Un gruppo di cittadini, finito insieme quasi per caso, sceglie di schierarsi dalla parte della collettività e di fare breccia nelle mura della sanità regionale”. Lo scrivono in una nota stampa i rappresentanti del Presidio in protesta davanti all’ospedale di Anzio.
“Il Presidio – aggiungono – montato da ormai una settimana e attivo 24 ore su 24, ha visto oggi una importante battaglia portata a casa dai manifestanti. È stato anticipato ad oggi l’incontro previsto con il Direttore Generale della ASL RM-H, Dott. Fabrizio D’Alba e con il Direttore Sanitario della ASL RM-H , Dott. Narciso Mostarda.
La riunione è stata concomitante alla annunciata visita all’ospedale dei consiglieri regionali di Forza Italia Palozzi e Aurigemma. Il secondo, al suo arrivo, ha fatto un veloce passaggio al presidio per presentarsi ed ha immediatamente raggiunto gli esponenti locali di FI ed il suo collega in regione presso un altro accesso della struttura senza che i presidianti fossero informati della cosa. In conferenza stampa precisammo che l’iniziativa del presidio presso l’ospedale era un fatto di pura coscienza civica e pertanto lontano dalla speculazione politica. Seppur promosso dai movimenti presenti che la indissero, in quella sede ci fu un chiaro ed accorato appello nel quale si invitava tutto l’arco Costituzionale a superare la barriera di appartenenza politica, auspicando così maggiore efficacia all’azione ed esorcizzando di fatto inutili dibattiti a danno della già complessa situazione. Proprio per questo abbiamo scelto di adottare il simbolo del Presidio e di firmare così le nostre comunicazioni, fin quasi da subito. L’iniziativa proposta in conferenza pare si possa paragonare al tocco di una campana che all’improvviso svegli tutti dal torpore dell’inefficienza, del menefreghismo, dell’insensibilità, aprendo comunque una corsa per l’accreditamento di immagine e non di soluzione al grave problema che vede la fine di una struttura di milioni di euro esaurirsi per forte negligenza ammministrativa a danno dei cittadini. Questo non eviterà comunque che il danno del disinteresse cada come una mannaia sulla testa dei distratti. È intollerabile che questa mattina quasi furtivamente ed in sordina pochi intimi, tra dirigenti e parti politiche, si sarebbero incontrati per dibattere e prendere coscienza della reale situazione in cui versa ciò che ancora rimane del polo ospedalero di Anzio e Nettuno, ignorando completamente il Presidio. Cosa c’è di più bello e trasparente del condividere un serio problema del litorale con quei 4 ‘deficienti’ che giorno e notte in barba alla propria salute, al proprio tempo, al proprio sonno, alle proprie tasche sono lì ad accogliere rimostranze, risentimenti, preoccupazioni dei cittadini. Dei ‘deficienti’ che se fanno questo è solo perché credono in un sano principio di tutela e salvaguardia della salute pubblica e quindi sono un ‘gigantesco granello’ nel meccanismo della speculazione e quindi vanno ignorati, ignorare è il maggior disprezzo. Ecco dove oggi si gioca la partita politica, sulla totale assenza dei principi morali, delle idee, su come si immagina il paese nel quale si intende vivere e dove si è sino ad oggi vissuti. ‘Non ci resta che piangere’ e continuare con le lacrime agli occhi e l’aiuto spontaneo di tutti quei cittadini indignati che hanno una coscienza morale viva e a cui va tutta la nostra gratitudine per le firme raccolte e che si stanno raccogliendo, continuare la nostra modesta battaglia sperando di vincere una guerra di cosi vitale e rilevante importanza. Facciamoci forza e prendiamo atto del livello di confronto.
Per vie traverse il Presidio ha raggiunto la carovana ed ha così avuto modo di prendere parte parte all’incontro sin dall’inizio. “In conferenza stampa precisammo che l’iniziativa del presidio presso l’ospedale era un fatto di pura coscienza civica e pertanto lontano dalla speculazione politica. Seppur promosso dai movimenti presenti che la indissero, in quella sede ci fu un chiaro ed accorato appello nel quale si invitava tutto l’arco Costituzionale a superare la barriera di appartenenza politica, auspicando così maggiore efficacia all’azione ed esorcizzando di fatto inutili dibattiti a danno della già complessa situazione. L’iniziativa proposta in conferenza pare si possa paragonare al tocco di una campana che all’improvviso svegli tutti dal torpore dell’inefficienza, del menefreghismo, dell’insensibilità, aprendo comunque una corsa per l’accreditamento di immagine e non di soluzione al grave problema che vede la fine di una struttura di milioni di euro esaurirsi per forte negligenza ammministrativa a danno dei cittadini. Questo non eviterà comunque che il danno del disinteresse cada come una mannaia sulla testa dei distratti.
“Ci siamo trovati davanti uno tavolo apparentemente non ostile, apparentemente aperto al dialogo, apparentemente sensibile agli argomenti esposti dai rappresentanti del Presidio. Abbiamo chiesto conto della situazione del pronto soccorso, reparto dove le criticità organiche sono particolarmente accentuate, e quali contromisure saranno prese per sopperire le evidenti carenze di personale, soprattutto infermieri. Abbiamo ricevuto risposte apparentemente rassicuranti, quelle di un management sicuramente informato delle esigenze dei reparti ma nulla è certo per quanto riguarda gli inserimenti e, soprattutto, le tempistiche”.
“Mercoledì il management aziendale incontrerà le parti sindacali e giovedì il Presidio, il quale ha dichiarato di pretendere in detta sede la produzione di un comunicato stampa con impegni precisi e chiari”.
“La riunione si è conclusa con la richiesta di D’Alba di ridurre le proteste del Presidio, i manifestanti hanno risposto che si riserveranno di replicare una volta apprese le decisioni della settimana e, sarcasticamente ma non troppo, che sono anche disposti a fare richiesta per l’allaccio delle utenze per continuare senza limiti. Non è ancora arrivato un invito al dialogo ufficiale alla trattativa da parte del PD, detentore delle redini della sanità in regione. Domani è prevista la visita di Simone Di Stefano e di Barbara Mannucci attorno alle ore 10. La battaglia continua – concludono dal Presidio – giù le mani dall’ospedale!”.