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Documenti falsi per restare nelle case abusive ad Ardea, indagato politico di FI

A marzo le forze dell’ordine impegnate nello sgombero degli appartamenti occupati abusivamente nel complesso Le Salzare ad Ardea, hanno bussato alle porte di tutti i cittadini chiedendo i documenti per dimostrare se si era autorizzati a vivere li. Cittadini di origine africana, romena, rom e tanti cittadini italiani in difficoltà che non avevano nessun titolo sono rimasti senza un tetto, mentre l’allora commissario di Forza Italia ad Ardea, Vincenzo Cari, è rimasto in casa. La documentazione apparentemente in regola esibita dall’esponente azzurro ha insospettito gli investigatori del commissariato di Anzio, che hanno fatto accertamenti. Gli agenti hanno sequestrato tanto i documenti presentati da Cari quanto altri documenti recuperati presso il Comune di Ardea, ritenendo che fossero tutti palesemente falsi. Sarebbero state falsificate anche autorizzazioni del commissariato, con un danno per Roma Capitale che, per trovare una sistemazione alle famiglie romane indigenti, aveva acquistato sul litorale romano gli immobili poi ritenuti abusivi e da abbattere. Il sostituto procuratore di Velletri, Ambrogio Cassiani, ha aperto un’inchiesta e ha indagato l’ex commissario di FI per l’occupazione abusiva e diversi reati di falso. Un avviso di garanzia è inoltre stato spedito al comandante della polizia locale, Antonello Macchi, in carica da poco, con l’ipotesi che il Comando dei Vigili non abbia proceduto nei confronti dell’esponente locale di Forza Italia e abbia favorito l’illecito.
Il 21 aprile scorso, intanto, il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia, ha sospeso Cari dal suo ruolo.