Home Politica La sfiducia dell’opposizione di Nettuno spaccata come la maggioranza

La sfiducia dell’opposizione di Nettuno spaccata come la maggioranza

“La notizia c’è ed è pesante per i territori, vista con obiettività e con timore dobbiamo garantire che queste infiltrazioni non ci sono. L’atto di responsabilità per garantire alla città che siamo diversi da quello che pensano di trovare è lasciare. Entrare come avete fatto voi con arroganza non è un segno di democrazia. Fare finta di niente è impossibile”. Questo il pensiero del consigliere di opposizione Enrica Vaccari espresso nel consiglio comunale di ieri a Nettuno, convocato proprio dall’opposizione per discutere la sfiducia al Sindaco Coppola. Sfiducia che non è passata.
“Io mi trovo in difficoltà perché non sono abituato a puntare il dito su nessuno e non mi piace che come ha fatto la maggioranza si punti il dito contro di noi. Quello che stiamo vivendo un momento felice e non è neanche una cosa nuova. Questa cosa che porta i nettunesi alla mercé della stampa non ha fatto altro che portare la possibilità e le potenzialità che ha questo Paese per incrementare la cultura e il bello di questo Paese. L’indifferenza anche da parte nostra, il fatto di chiedere questo chiarimento avrebbe portato i cittadini ad avere un distacco e un’indifferenza dei cittadini verso la politica? Il senso comune di noi opposizione a chiedere chiarimenti non puntare il dito. Per questo ho firmato questa mozione”. A prendere questa posizione, con la solita eleganza, il consigliere Waldemaro Marchiafava. Una posizione non condivisa con altri consiglieri di opposizione che hanno invece mosso accuse precise e fatto illazioni.
“Gli anticorpi della politica alle infiltrazioni non sono parole mie – ha detto il consigliere Roberto Alicandri rivolto al Sindaco Coppola – ma di un Prefetto che le ha usate quando Nettuno fu sciolta nel 2005. I comuni vengono sciolti anche con il dubbio delle infiltrazioni e noi oggi il dubbio lo abbiamo. Se si lascia il dubbio i cittadini non possono più avere fiducia. Questa situazione oggi ci accomuna tutti. Oggi io non me la sento. Oggi sedere in una commissione in un comune su cui si hanno dubbi, mi mette in grossa difficoltà morale. Porto su di me il peso morale di quello che accade indipendentemente dalle responsabilità penali. Il dubbio corrode e aggiunge distanza che è già incolmabile dai cittadini con la politica. Oggi il cittadino ha il dubbio che questa maggioranza sia stata indirizzata. Ma c’è anche una questione politica. Oggi voi darete la fiducia al Sindaco ma il problema politico resta. Avete un giunta che in parte che è già staccata, dovrebbe fare nomine, siete divisi, vi siete marcati a uomo per non far fare al collega di banco un progetto. Siete sempre stati divisi e questo non cambierà e domani sarà peggio, ballerete sul Titanic con un occhio acceso sulla città e farete finta di niente. Questa Amministrazione non ha le ore contate per quello che diciamo noi ma perché non siete mai stati in grado di essere un’Amministrazione. La responsabilità di aver messo insieme una maggioranza impossibile da tenere insieme è la sua. Quando sono state fatte le liste Sindaco lei aveva la responsabilità di dire questo no e questo no”.
Quindi è stata la volta del consigliere Sanetti. “Non siamo qui a fare processi, ma qui non facciamo processi sulla stampa ma su 1300 pagine di intercettazioni sul vostro territorio, c’è un problema sociale sul territorio e voi non potete far finta di nulla. E’ difficile parlare oggi in un’assise che non è più legittimata”. La Sanetti ha poi chiesto di inquadrare l’aula vuota perché il consiglio è a porte chiuse. “Non trovo motivazioni sul perché siete ancora qui non ho trovato risposte dopo tre anni di mancati programma site giunti ad una situazione di black out avete spolpato l’Ente in termini economici e umani e avete tradito i nettunesi oggi la politica viene guardata con disprezzo. Noi abbiamo agito con fedele responsabilità ma siamo stati attaccati sul personale e sul lavoro abbiamo avuto coraggio. Non avete salvaguardato i cittadini”. Poi la Sanetti ha fatto una scenetta per dimostrare come la maggioranza ha mal interpretato il proprio ruolo. Infine la consigliera ha ricordato di aver abbandonato tutti i ruoli in commissione per gli attacchi pretestuosi. “I giochi sono finiti uscite da questa gabbia e non trascinate la città nella vergogna”. Subito dopo è stata la volta del consigliere Mancini che, ancora una volta, ha puntato il dito contro la maggioranza e contro la stampa.
“Ha ragione il Clandestino dice che quattro consiglieri sono stati convocati dalla Dda – ha esordito – i due consiglieri di opposizione siamo io e Simona Sanetti, di minoranza e opposizione precisa, attenta e incessante di controllo e vigilanza rispetto alla proliferazione amministrativa di questa Amministrazione (???). A questo punto devo ritenere che si indaghi sugli atti di questa Amministrazione rispetto all’operazione Tritone. Inizio ad avere paura per me, la famiglia, il mio lavoro, i miei cari. Oggi è tutto più chiaro. Non serve altro tempo, o le indagini, le sentenze, non serve più nulla il tempo ci ha consegnato la verità su tutto e su tutti, non servono altre vergogne. Siamo stati attenti, abbiamo mantenuto fede al ruolo di consigliere a voi questo interessa poco d’altronde siete qui per altri motivi”. Su questa frase che sottintende chissà cosa, i consiglieri di centrodestra hanno interrotto il consigliere Mancini, offesi dalla frase.
Il consigliere Mancini è stato invitato a non fare illazioni, ma si è rimangiato la dichiarazione. “Quali illazioni? – ha chiesto Mancini, è un suo parere ha detto rivolto al presidente dell’assise – senza poi spiegare cosa intendeva dire con la frase “d’altronde siete qui per altri motivi”.
Quali sono questi altri motivi? ha chiesto il consigliere Lorenza Alessandrini ma Mancini non ha voluto chiarire la dichiarazione suonata come offensiva.
Mancini ha poi fatto presente che “sono anni che sopporta questo copione” riferendosi alle interruzioni subite.
“Non siamo stati ascoltati sulla questione morale, siamo stati massacrati mediaticamente e isolati solo per aver lottato oltre i bei discorsi. Abbiamo lottato per la legalità e la trasparenza”. Il consigliere si è rivolto direttamente ai cittadini perché ritiene la maggioranza non più legittimata e ha annunciato che questo sarà il suo ultimo consiglio comunale. Poi rivolto alla stampa in platea “qualche giornalista ride”. Quindi alle rimostranze in sala sul suo atteggiamento ha tirato dritto. “C’è un sistema di palazzo e dintorni – ha aggiunto – lo possiamo affermare oggi con certezza. Abbiamo preso subito le distanze da certi ambienti, da certi modi. Nettuno progetto comune ha ritirato i suoi consiglieri dalle commissioni (il riferimento è a se stesso e alla Sanetti) noi siamo sicuramente diversi ha concluso. Abbiamo pagato il prezzo altissimo della delegittimazione e della gogna mediatica del fango contro di noi. L’arma della delegittimazione è propria di alcuni ambienti, anche del sistema Coppola. Dovevamo essere distrutti o ignorati sui social, immaginiamo anche tra dieci minuti su un articolo o sui social”. Un intervento durissimo che la maggioranza ha preso come un avvio di campagna elettorale. “Vota Mancini” hanno gridato dai banchi della maggioranza. Il consigliere Mancini si è dipinto come martire di un sistema di cui, in realtà, è sempre stato a margine come consigliere di opposizione che non è mai stato particolarmente insidioso, al massimo spiacevole soprattutto per l’arroganza dei modi. In passato lo abbiamo già detto e lo ripetiamo ora, le uniche prese di posizione nei suoi confronti sono state legate all’arroganza e al pessimo carattere. Mancini nel suo intervento non ha spiegato di chi ha paura. Non dell’Amministrazione comunale o dei consiglieri, che ha offeso in tutti i modi, non della stampa, che ha insultato e a cui ha cercato di dettare la linea, si spera non della Dda che sta indagando a tutela di tutti. Mancini non ha spiegato dopo aver fatto illazioni “quali siano i motivi – diversi dai suoi – per cui la maggioranza è in consiglio”. Mancini ha voluto marcare una differenza tra sé e l’altra opposizione, una differenza che ha notato il Sindaco Coppola, ma anche la stampa. Una differenza che sta non nella durezza dei contenuti, durissimi anche gli interventi di Alicandri e Taurelli, ma negli atteggiamenti di arrogante aggressività e nei toni evidentemente difficili da sopportare per tutti i suoi interlocutori. (eb)