“I pescatori professionali, spesso incolpati a torto dello svuotamento dei mari, sono invece la più grande risorsa per la cura e la salvaguardia delle nostre acque, perché è proprio grazie al mare che lavorano e vivono. Oggi però gli operatori di questo settore necessitano di un aiuto immediato da parte delle istituzioni per fronteggiare le numerose difficoltà emerse negli ultimi anni.
Oltre al mese di fermo biologico, nel corso dell’anno i pescatori sono obbligati a un ulteriore stop di circa 37 giorni, che nel 2022 aumenterà a oltre 40, ovvero quasi tre mesi di inattività. A questo si aggiunge l’aumento del costo del carburante, di circa il 67%, le spese per gli stipendi del personale impiegato, i costi per la manutenzione di mezzi e imbarcazioni, e la concorrenza con il pesce a basso costo importato dall’estero.
Uno scenario che rischia di far sparire molte attività e che danneggia il made in Italy. Per questo, in occasione del Consiglio regionale straordinario dedicato alla crisi della pesca professionale, abbiamo chiesto alla Regione Lazio di investire in questo mestiere, per tutelare e valorizzare i nostri mari e per sostenere i tanti lavoratori coinvolti e le loro famiglie”. Così in una nota stampa Fabio Capolei, consigliere regionale del Lazio.