E’ dell’ultim’ora la notizia di diversi politici e consiglieri comunali dei Municipi della Capitale e dei comuni della Provincia di Roma che risultano assunti e pagati da diverse cooperative coinvolte nell’inchiesta Mafia Capitale. Sulla vicenda indaga la Procura di Roma chiamata a fare chiarezza su ruoli e contratti. Al momento i consiglieri risultati assunti non sono indagati, ma il dato la dice lunga sul fatto che le indagini per fare piena luce sul coinvolgimento tra malaffare e politica siano ben lontane dall’essere concluse. Anzi. C’è chi parla apertamente di altri due filoni di inchiesta su cui si sta lavorando a pieno regime. La cosa certa, per il momento, è che mentre a Roma il Pd era ampiamente coinvolto in provincia è il centrodestra a fare man bassa di incarichi e “stipendi”. Undici, al momento, i politici locali, tutti appartenenti al centrodestra: nella stragrande maggioranza esponenti di Forza Italia, ma anche de La Destra o eletti in liste civiche gravitanti nella medesima area. Tutti, sempre secondo i primi riscontri, legati a Luca Gramazio, cui molti, dopo l’arresto, hanno espresso piena solidarietà.
Le assunzioni, scrivono gli inquirenti, erano decise dalle alte sfere del sodalizio criminale, “richieste da Luca Gramazio e Giovanni Quarzo”. A cosa servivano? Lo spiega Fabrizio Testa, testa di ponte tra Carminati e la politica, in un dialogo con Buzzi e Carminati: le assunzioni servono a Gramazio, che “deve sistemare tutto il Consiglio Municipio, tutti i suoi Consiglieri perché lui giustamente, dice ‘io tra un anno vado a votare con le preferenze. “Se c’ho tutti – diceva Gramazio – a… me lavorano più sereni.. allora che cosa voglio fare io..mi metto questi qua e gli do lo stipendio’…”. In modo che, quando serve, si mettano a disposizione.