Un convegno che non ha brillato per la partecipazione quello di giovedì sera organizzato dal Partito democratico a Nettuno. La discussione sulle riforme del Pd c’è stata, ma con due defezioni importanti tra i relatori (mancavano Ferri e Carboni impegnati in parlamento) e si è svolta tra pochi intimi, tra cui il nucleo centrale dell’attuale Direttivo del Pd del tridente dal Segretario Dandolo Conti, che ha introdotto gli argomenti, a Giacomo Meneghini che ha moderato gli interventi, fino all’ex sindaco Alessio Chiavetta e all’ex segretario Nicola D’Ambra. Tra il pubblico anche il segretario del Pd di Anzio ed ex assessore della giunta Chiavetta Gianni De Micheli, il consigliere del gruppo misto Marco Maranesi e tanti esponenti della vecchia guardia democratica, tra cui l’ex Sindaco Carlo Conte. Ad illustrare le nuove riforme il segretario provinciale del Partito Rocco Maugliani, che in qualche occasione si è trovato a dover giustificare scelte non sempre comprese o apprezzate dai cittadini, dall’approvazione dell’Italicum fino alla riforma del lavoro, contestata da più di qualcuno, passando per quella sulla scuola, ancora in discussione e che sta scatenando una feroce reazione da parte di insegnanti e studenti. Sulle riforme ha detto la sua anche il consigliere regionale Daniele Leodori ma a ravvivare il dibattito, inevitabilmente, sono state le questioni locali, a partire dalla sfiducia al sindaco Chiavetta. Sulla questione e sulla minoranza dei dissidenti che sta attaccando anche Renzi ha detto la sua Dandolo Conti, puntando il dito, senza mai nominarli, su Nicola Burrini, Matteo Selva e Pamela Polito. Poi è intervenuto Carlo Conte, che ha chiesto espressamente un intervento sulla situazione locale. “Va bene le riforme – ha detto Conte – ma se siete qui oggi, lontani da una scadenza elettorale, è perché vi è chiaro che proprio qui il Partito ha un grande problema”. A rispondere Leodori. “Dobbiamo capire se quello che vogliamo è un partito anarchico – ha detto – in cui ognuno fa come vuole, o se ci sono e ci devono essere delle regole da rispettare. Due cose non sono ammissibili – ha sottolineato – una è far cadere il proprio Sindaco, la seconda è quella di presentarsi a sindaco con un’altra lista se il Partito ha puntato su un altro nome, su questo – ha concluso, a mio avviso non si può soprassedere”. Durante il dibattito diversi gli interventi dei cittadini, dalle riforme alla storia del Pc, tra amarcord e voglia di fare due chiacchiere tra vecchi compagni di partito.