“Cercasi ingegneri o architetti che possano fare uno studio di massima sulla demolizione dello Splas Down e sui costi comprensivi di tutti gli oneri previsti dalla legge. Ovviamente gratis”. L’annuncio lo ha messo on line il Presidente della Capo d’Anzio Luigi D’Arpino, che insieme ad un gruppo di cittadini si sta impegnando per arrivare alla demolizione della struttura, pericolante e fatiscente, che si trova sulla Riviera Zanardelli con l’aiuto economico dei cittadini. D’Arpino ripercorre poi la storia dell’edificio. “Scenario fine anni ’60 – scrive sul gruppo Fb – all’epoca un conduttore televisivo Angelo Lombardi, noto anche come l’amico degli animali, da molti considerato il padre della divulgazione scientifica televisiva in Italia precorrendo le orme poi riprese da Piero Angela, fece domanda per costruire un acquario ad Anzio. Ed ecco che malgrado il parere negativo (purtroppo non vincolante) dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Anzio, fu realizzato nei primi anni ’70, su concessione demaniale della Capitaneria di Porto di Roma, lo Splash Down. Il proprietario, Angelo Lombardi, inizia a propagandare in giro per l’Italia l’amore per gli animali da scoprire nel suo Acquario di Anzio, forte anche delle sue apparizioni televisive in Rai. Certo lo faceva in maniera un po’ bizzarra e discutibile ed oggi sarebbe preso a calci nel sedere poiché girava con una Renault 4 rossa ed un Pellicano con il becco chiuso da nastro isolante e legato con una catena sul tetto della macchina. il progetto, comunque, debole anche da punto di vista degli animali presenti, 2 pinguini, una foca e qualche pesciolino, una volta avviato resta in piedi appena due anni. Quando il progetto di Angelo Lombardi salta, la struttura divenne sede di diversi locali, prima una discoteca, poi un ristorante, fino a che se ne impossessa, abusivamente, una persona andandoci a vivere ed adibendola contemporaneamente a veleria. E’ ovvio che nella maggior parte dei casi il canone demaniale non venne pagato ed il demanio non se ne interessa poi molto. C’è da dire che la demolizione sarebbe spettata a coloro che abbandonarono l’ultima concessione. è però ovvio che in Italia è difficile far fare a tutti il loro dovere. La Regione nel dare la concessione demaniale alla Capo d’Anzio ha fatto obbligo alla società di demolire la struttura. Resto a vostra disposizione – conclude D’Arpino – per altre domande”.