Questo l’intervento del consigliere comunale del Movimento 5 stelle di Anzio Rita Pollastrini, capogruppo in assise, sulla vicenda del proiettile inviato al consigliere comunale del Pd Lina Giannino.
“Il M5S di Anzio – ha detto in consiglio la Pollastrini – appena venuto a conoscenza del grave atto intimidatorio subito dall’amica e consigliera Lina Giannino, ha immediatamente espresso la propria solidarietà senza se e senza ma. Il nostro è stato un comunicato di tre righe. Laconico? No essenziale. Perché la solidarietà non ha bisogno di tante parole ma soprattutto non prevede distinguo. La solidarietà è o non è. E di fronte a un atto di stampo mafioso non può che essere. Personalmente ed altrettanto vale per il mio gruppo consiliare, ho sempre impostato l’azione politica in maniera inscidibile dalla mia persona, non esiste per ciò che mi riguarda, il consigliere Pollastrini del M5S e da un altro lato la persona Rita. La linearità di pensiero e azione, di pensiero politico e agire personale non dovrebbe mai scindersi.
Per questo mi trovo in difficoltà in questo momento in cui non posso evitare un distinguo. Noi siamo con Lina, ma lo stesso identico sentimento di autentica vicinanza lo avremmo avuto per Luca, per Marco, per Federica, per Cinzia, per Candido, per chiunque si trovasse avvicinato e toccato da intimidazione mirata a colpire la libertà democratica dell’ esprimere le proprie idee e portare avanti le proprie battaglie.
Ma non possiamo ritrovarci in nessun modo nelle esternazioni del Partito Democratico, quando accumuna la mafia a tutto il consiglio comunale ed ecco il distinguo che avrei volentieri evitato.
Non condivido le parole del PD sulla presenza mafiosa dentro e fuori il consiglio comunale, le trovo affrettate superficiali generiche fino ad essere strumentali al partito anziché essere un invito all’analisi. E allora facciamola una breve analisi. C’è la mafia ad Anzio? Si. Lo dice l’ultima relazione della commissione parlamentare antimafia che dedica ad Anzio ben piu di un passaggio. Lo disse il Procuratore Prestipino. Lo dicono le sentenze del 2018 sul clan dei Gallace che condanna gli esponenti per “ associazione a delinquere di stampo mafioso, attività promossa e organizzata con modalità operative e tempi diversi, nella ‘ ndrangheta di Guardavalle e nella ‘ndrina distaccata di Anzio e Nettuno” . Solo per citarne una. La presenza della malavita organizzata sul nostro territorio è assodata e circostanziata e dobbiamo prendere atto della vastita’del fenomeno nello spazio e nel tempo. Chi chiude gli occhi o sminuisce è complice.
Questa presenza della malavita organizzata è riuscita o riesce ad infiltrare l’amministrazione comunale? Tutti noi ci auguriamo di no ma non siamo noi a dover dare queste risposte, le risposte le chiediamo a chi ha il dovere di fare indagini ma le chiediamo anche alla politica attraverso l’invio di una commissione di accesso . E non perché oggi la consigliera Giannino ha ricevuto il terribile dono di Natale, ma perché sono ormai tanti e tanti anni che la nostra comunità assiste sgomenta a episodi delinquenziali nei confronti di amministratori pubblici e questo consiglio comunale deve essere il primo a compattarsi e chiedere chiarezza, perché le commissioni d’accesso non sono una punizione né una offesa alla città al contrario sono una garanzia. Male non fare paura non avere.
E non è oggi che il M5S approfittando del momento, la chiede. È gia dal 2016 , quando non ancora consiglieri comunali, collaborammo con la commissione parlamentare antimafia anche insieme a SeL bellamente ignorati dal PD che sedeva nel consiglio comunale e mai difesi quando fummo definiti d’allora sindaco Bruschini disturbati mentali e minacciati di querele insieme a una nostra senatrice rea di avere presentato un’interrogazione parlamentare in merito. Sempre noi quelli che organizzarono il convegno sulla legalità a cui fu negata questa sala consiliare. La maggioranza di oggi, opposizione di comodo di allorra, mai proferi parola nel merito. Ancora noi quelli che senza clamore portarono all’attenzione del Viminale all’allora sottosegretario Gaetti, che tanto si adoperò con serietà e senza effetti mediatici, i fatti dei proiettili all’ex segretario generale Inches. Non sto facendo la lista della spesa di quanto siamo bravi ma sottolineo come già da tempo inascoltati chiedevamo interventi. Non bastarono due ministri, uno proprio del PD, Minniti (dove era il pd di Anzio? Avevate un ministro) e uno della Lega, Salvini a decidere. E di recente abbiamo appreso dalla stessa voce del sindaco che quella commissione era pronta, doveva arrivare, ma le vie della politica si sa…cosa si sa signor sindaco? Lo dica. Vorremmo sapere.
E veniamo alla seconda affermazione del PD c’è cultura mafiosa dentro il consiglio comunale ? Il gruppo consiliare M5S siede a pieno titolo in questo consiglio non come comparse non come grerari né tanto per far caciara ma per lavorare per i cittadini anche in silenzio se necessario questo prevede anche la collaborazione con gli altri consiglieri di maggioranza nelle commissioni. Il consiglio comunale siamo anche noi e non siamo conniventi di niente e di nessuno. Mi vengono però in mente le parole del Cardinale di Palermo Salvatore Pappalardo, pronunciate nel lontano 1979 “per cultura mafiosa non si deve intendere soltanto, in senso restrittivo, , il modo di concepire la vita e i rapporti sociali tipici degli “uomini d’onore”. Nel significato piu ampio e generale la cultura mafiosa è clientelismo e favoritismo insieme, è sentirsi sicuri perché protetti da un amico o da un gruppo di persone che contano, è pretesa di fare a meno della legge e di poterla impunemente violare. Sono tipiche manifestazioni di tale atteggiamento il voler fare sempre il proprio comodo con la violazione sistematica delle norme e regolamenti che presiedono, anche in piccole cose, all’ordinato svolgersi della vita civile: l’assenteismo dal lavoro, la pretesa di non spettanti indennità e vantaggi, l’evasione fiscale organizzata e tanti altri piccoli e grandi maneggi e compromessi a scapito dei piu deboli e indifesi. Simili atteggiamenti non si riscontrano solo in gruppi o individui caratterialmente delinquenti ma anche in tanti che con il loro abituale comportamento arrogante e pretenzioso si mostrano culturalmente mafiosi, anche se ostentano una rispettabilità sociale“.
Ecco pensiamo a queste parole quando nella massima assise comunale assistiamo a certe esternazioni nei confronti dei consiglieri di opposizione del tipo ascella imbarazzante, quanto sei brutta, se soffre mio figlio poi soffre anche il tuo e cosi via e pensiamoci anche quando un assessore anche se ormai ex, dà spettacolo di sé ingiuriando le istituzioni che rappresenta . E riflettiamo se quest’aula non meriti ben altro spessore e rispetto e sta solo a noi alzare l’asticella della qualità del confronto democratico. Concludo rinnovando l’abbraccio e la vicinanza a Lina e confido che oggi uscire o da questo consiglio con un documento che ci rappresenti in senso unitario perché come abbiamo gia scritto nel nostro breve comunicato , sulla legalità la contrapposizione politica non ha motivo di esistere”.