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Odissea a Nettuno per un bimbo disabile, il Porto non apre il cancello

Il porto Marina di Nettuno

Odissea questa mattina a Nettuno per un ragazzino disabile in Colonia presso lo Stabilimento Vittoria. A causa di lavori improvvisi su via della Resistenza Nettunese, la strada che porta all’ingresso degli stabilimenti, uno dei genitori con un figlio in carrozzella, non è potuto passare e l’unica alternativa era scendere al Porto Marina di Nettuno, come negli anni precedenti, e chiedere l’accesso dal cancello sotto alle mura del Borgo. Mentre all’ingresso un membro dello staff, dimostrando cuore e cervello, si è adoperato per far passare l’auto e farla arrivare fino alla sosta, quando sono stati interpellati gli uffici per avere le chiavi è sorto il problema. Niente accesso dal porto, il personale, pare, fosse impegnato e non poteva garantire ad un bambino in carrozzella il passaggio. E, ci racconta il padre del bambino Marco Cesarini, sembra anche che ci sia stata una precisa presa di posizione dei vertici della Marina, che hanno persino redarguito chi aveva fatto passare l’auto. Qui, fortunatamente, è subentrato il buon senso e l’impegno di chi, non senza fatica vista la zona (non è facile spingere la carrozzella su un’area non attrezzata e neanche sulla spiaggia) ha fatto passare il bambino in carrozzella dal passaggio del Bar dello stabilimento limitrofo al muro di confine, ma la situazione è stata davvero spiacevole. “Sono rimasto allibito – racconta Cesarini – del fatto che l’Amministrazione del porto abbia negato l’accesso al mare ad un bambino in carrozzella. E’ una cosa che lascia senza parole. Subito ho contattato il Sindaco di Nettuno Alessandro Coppola a cui faccio un plauso personale. Dopo che gli ho raccontato cosa era accaduto mi ha richiamato per tre volte e, dopo un confronto con i vertici del Porto, ha messo in chiaro che l’accesso per i disabili non è in discussione. Dispiace che sia dovuto intervenire il primo cittadino quando avrebbe dovuto essere sufficiente utilizzare il buon senso e una dose di umanità minima per aprire il passaggio e rendere semplice un gesto di umanità nei confronti di un bambino disabile e della sua famiglia”.