Home Politica D’Angeli e Lanzi: “La dignità del ricordo, il caso Mario Abruzzese”

D’Angeli e Lanzi: “La dignità del ricordo, il caso Mario Abruzzese”

Il Comune di Nettuno

Riceviamo e pubblichiamo

LA DIGNITA’ DEL RICORDO – IL CASO MARIO ABRUZZESE 

Negli ultimi tempi, l’intitolazione di una strada, l’inaugurazione (o la distruzione) di un monumento a figure celebri della storia o del costume si sono trasformati in una riflessione, non sempre corretta, sui valori comuni e sull’opportunità che questo o quel personaggio assurga a simbolo del gruppo sociale; dalla capacità rappresentativa, insomma, si è passati alla “dignità” o “indegnità” del ricordo, con la conseguenza che, nell’era dell’immagine social, l’antichissima punizione della “damnatio memoriae” è tornata quanto mai attuale.
Come Circolo FDI – Nettuno “Giorgio Almirante”, siamo da sempre molto attenti non solo all’evoluzione della società, ma anche alle conseguenze che esse comportano sulla nostra Città; per questo ci ha molto incuriositi aver sentito che a Nettuno, dopo che già il Sindaco Marzoli gli aveva dedicato una via, si starebbe valutando l’idea di intitolare anche un monumento al partigiano Mario Abruzzese.
Si tratta di una scelta inspiegabile per una città governata da un’amministrazione di centro – destra e di tradizione politica di certo non contigua all’area progressista.
Le ragioni di tale sorprendente iniziativa risiederebbero nei presunti meriti civici che Abruzzese avrebbe guadagnato durante la sua militanza nelle file della Resistenza.
A questo punto, per rispetto agli avvenimenti e a quanti ne furono coinvolti, corre l’obbligo di fare alcune precisazioni: in termini generali, la Resistenza, che giustamente Montanelli definì “guerra civile”, passaggio fondamentale nella transizione dalla dittatura alla democrazia, non fu “pura, innocente e soltanto eroica”, come afferma la versione agiografica della sinistra.
Storici come Giampaolo Pansa, Paolo Mieli, Marcello Florese e Mimmo Franzinelli, proprio per l’importanza cruciale rivestita dalla Resistenza nel processo fondativo della Repubblica, promuovono da tempo un’ “operazione verità”, che consideri onestamente anche le pagine oscure di quegli anni: guerre tra bande, tradimenti, accuse strumentali di spionaggio contro questo o quel “compagno” scomodo, vendette ai danni di presunti rivali, violenze, uccisioni di civili inermi, tutti episodi documentati in varie zone d’Italia, riempiono retroscena vergognosi e ingiustificabili, negati solo da chi ha un proprio tornaconto politico.
In termini particolari, risulta purtroppo provata e documentata la partecipazione del partigiano Abruzzese a rappresaglie, processi sommari, violenze ed azioni sanguinose che nulla hanno di meritorio, così come precisa il Prof. Alberto Sulpizi, al quale siamo grati per il meticoloso lavoro di ricostruzione storica, in grado di zittire anche i più faziosi e fanatici.
Per questo, come Circolo FDI Nettuno – Giorgio Almirante, non solo ci opporremo strenuamente all’idea di elevare un simile personaggio a “padre della Patria” o anche solo della Città, ma proporremo intitolazioni ben più rispondenti al sentire locale: un omaggio a Giulia Tartaglia o a Norma Cossetto, giovani violentate e uccise durante quegli orribili anni, la prima da un soldato americano, la seconda dai partigiani titini, a perenne condanna della cieca violenza dei finti liberatori, oppure, l’intitolazione di una piazza o di un parco ai “Martiri delle Foibe”, acquisiti all’omaggio nazionale dopo anni di indifferenza ed oblio, o, ancora a uomini di eccezionale caratura, come Indro Montanelli, recente vittima di provinciale ottusità, o lo stesso Giorgio Almirante, onesto come pochi, punto di riferimento stimato dai suoi stessi avversari politici.
Nel frattempo, speriamo che l’amministrazione Coppola, rifuggendo da tentennamenti “democristiani” rifiuti fermamente e decorosamente di avallare un’iniziativa indegna della Città. 

CIRCOLO FDI – NETTUNO – Giorgio Almirante 

Il Portavoce, Avv. Fabrizio Lanzi
Il Presidente, Genesio D’Angeli