Sono almeno tre i senzatetto, tutti cittadini stranieri, che si sono accampati e di fatto vivono (e dormono all’aperto) all’interno dello scheletro di quello che doveva essere un hotel, che si trova nei confini del terreno affianco al Santuario di Nostra Signora delle Grazie a Nettuno. I cittadini stranieri hanno realizzato un piccolo “appartamento” fatto di sedie, materassi e mobili che danno l’idea, drammatica, di un’abitazione senza mura, in cui “i residenti” sono soggetti alle intemperie e alla scomoda convivenza con topi e animali vari che vivono nella zona, abbandonata alla più totale incuria. Non sembra quindi aver avuto alcun effetto l’ordinanza del Comune di Nettuno, emessa questa estate, in cui si chiedeva alla proprietà di bonificare l’area e ripristinare la recinzione del cantiere, lasciato a se stesso e diventato zona di passaggio e meta di chi non ha un altro posto dove andare. Una situazione al limite quella del cantiere e dei suoi residenti, anche alla luce della tragedia dei giorni scorsi ad Anzio: un cittadino indiano senzatetto di appena trent’anni è morto di infarto dopo una notte passata al gelo nel sottopasso della stazione ferroviaria di Padiglione. I comuni di Anzio e Nettuno, per niente attrezzati a dare risposte alle emergenze sociali, dovrebbero iniziare a fare i conti con la crescente situazione di disagio sociale e cercare di trovare delle soluzioni già adottate in altri comuni, come la creazione di un dormitorio per evitare ulteriori tragedie legate a povertà e miseria.