È il tema caldo del momento la recrudescenza di episodi violenti all’interno del borgo di Nettuno. Fabrizio Tomei, consigliere di opposizione che siede tra i banchi della lista civica “Noi con il cuore”, attacca senza mezzi termini l’amministrazione comunale sull’ordinanza che impone la chiusura di bar, circoli ed altre attività all’1 di notte: “Nettuno ormai è come una nave in balìa delle onde, sarebbe ora di fare sul serio e smetterla con scelte scellerate e senza una seria pianificazione. Divenuta ormai terra di nessuno, dopo le 8 di sera certi episodi sono degradanti per la nostra città e soprattutto per chi la vive. Gli episodi violenti al borgo hanno superato ogni limite di sopportazione per tutti, senza parlare poi di quello che accade sempre la sera, nei pressi della stazione e in via Cavour, dove c’è addirittura chi indisturbato smercia ogni tipo di droga. Di certo la sicurezza e il controllo non dipendono dai commercianti o dai dipendenti”.
Tomei, al posto di ordinanze di questo tipo che limitano i gestori dei locali, vorrebbe un maggiore dialogo da parte dell’amministrazione e soprattutto un maggiore presidio da parte delle forze dell’ordine: “Dopo il recente aumento del costo dei parcheggi, per i commercianti del centro ora anche la chiusura dei locali al borgo. Chiudere i locali un’ora prima, non è di certo risolutivo, è solo uno modo molto superficiale di sviare al reale problema. Dove sono le forze dell’ordine? Non è questo il modo per controllare la città, dov’è la sicurezza che il Movimento 5 Stelle ha sbandierato durante la campagna elettorale? Sta studiando anche per quella? Ora basta scaricare colpe sulle passate amministrazioni, sui dipendenti, sul cittadino. Si crei subito un tavolo con i cittadini, si pianifichi una soluzione efficace e si mettano a disposizione mezzi e risorse alla polizia locale. È in arrivo la stagione estiva, le nostre strade e i locali, saranno ancora più affollati, non capisco come si possa andare in contro a quella che di sicuro diventerà un’emergenza con questo andazzo”.
(di Daniele Mancin)