Il prefetto di Roma
Giuseppe Pecoraro si difende in una conferenza stampa dalle tante accuse avanzate in questi giorni sull’operato dell’ufficio immigrazione che non si era accorto della cupola che gestiva i centri di accoglienza sul territorio regionale,
Nettuno compresa.
“Sono stato costretto a fare una conferenza stampa perché sui giornali ci sono articoli che contengono inesattezze per non dire diffamazione – ha detto Giuseppe Pecoraro nel mirino per aver scritto una lettera a Buzzi, uno degli indagati e mente di Mafia Capitale – A Buzzi avevo detto che Castelnuovo di Porto non era in grado di ricevere altri migranti visto che c’era già il Cara. A Castelnuovo infatti non c’erano forze dell’ordine disponibili per poter incrementare il numero di immigrati. Io a marzo non sapevo chi fosse Buzzi, l’ho ricevuto solo per rispetto che ho della persona che me lo ha presentato. L’8 gennaio abbiamo ricevuto una circolare del ministero che ci preannunciava gli arrivi dei migranti e ci invitava a interessare gli enti locali e gli enti del settore dell’accoglienza. Il 9 gennaio abbiamo scritto una lettera agli enti che fanno parte del consiglio territoriale sull’immigrazione, a chi aveva disponibilità e a tutti i sindaci dei Comuni interessati – ha detto Pecoraro – Tra questi c’era anche la cooperativa Eriches 29 ma anche Sant’egidio, la Croce rossa eccetera. Con queste lettere chiedevamo la disponibilità dei posti e l’assunzione di responsabilità da parte dei sindaci a gestire la situazione. In una prima fase, visto che eravamo in emergenza, ci siamo mossi solo in base alle offerte su indicazione di una circolare del ministero. Sulla base delle offerte l’ufficio immigrazione della prefettura ha iniziato un’istruttoria e quindi il 18 marzo ha scritto al sindaco di Castelnuovo di Porto e alla questura di Roma, al sindaco di Ciampino e alla questura di Roma, al sindaco di Guidonia e alla questura di Roma, e così via al sindaco di Rocca Priora, Anguillara, Marcellina, Monterotondo, Pomezia, Fiano Romano, Ariccia, Nettuno, Subiaco. In questi casi si fa cioè un’istruttoria per far sapere al sindaco che ci sono delle offerte e chiedere alla questura che ci sono motivi ostativi, perché faccia un controllo sulle società che hanno fatto l’offerta – ha spiegato – In sequenza in relazione alle offerte e in relazione agli impegni che il ministero ci chiedeva si decideva dove mandare gli immigrati e venivano stipulate le convenzioni. Questa procedura di affidamento in emergenza è andata avanti fino al 1 ottobre quando si è conclusa la gara iniziata a luglio”. Insomma, le lettere incriminate, spiega il Prefetto, sono una prassi. A chiarire se questo iter sia quello giusto dovrà ora essere la magistratura.