Ardea e Pomezia

Volley, B1 femminile. Lo United Volley Pomezia ritrova finalmente la vittoria

La serie B1 femminile dello United Volley Pomezia “rompe un incantesimo”. Le ragazze di coach Gianluca Tarquini hanno infranto quello che stava diventando il “tabù del quinto set”, piegando per 3-2 le marchigiane del Clementina Castelbellino. “All’andata avevamo perso con lo stesso punteggio – dice la schiacciatrice classe 1989 Deborah Liguori – Nella gara di sabato sul nostro campo, invece, abbiamo perso sia il primo che il terzo set, ma stavolta siamo state brave ad uscire dai momenti di difficoltà della partita spingendo in battuta e alzando le percentuali del nostro muro-difesa. A quel punto le avversarie (che sono quinte in classifica proprio davanti alle pometine, ndr) sono andate in difficoltà e hanno cominciato a forzare in qualche caso. Il tie-break? Non ho pensato che potesse andarci male anche stavolta, visto l’andamento della partita. E infatti ci siamo imposte con il netto punteggio di 15-7. Questi due punti ci possono dare sicuramente una buona iniezione di fiducia ed entusiasmo, ma dobbiamo sempre continuare a lavorare in modo meticoloso durante la settimana”. Liguori (ritratta nella foto di Fabio Angelini) non si sbilancia sulle prospettive di campionato dello United Volley Pomezia. “Questo è un campionato difficile in cui tutte le squadre possono togliere punti a tutte, quindi è fondamentale trovare continuità. Non voglio pensare alla classifica adesso, credo che sia giusto ragionare solo sulla prossima partita anche se sono convinta che la squadra abbia le potenzialità per arrivare nelle posizioni alte di questo girone”. Nel prossimo turno la formazione pometina sarà ospite delle toscane del Castelfranco di Sotto, prime della classe: “Una squadra solida, costruita per fare il salto di categoria – dice Liguori – Sul loro campo non sarà facile, ma andiamo lì senza paura e fiduciose di poterci giocare le nostre carte. Dobbiamo anche cercare di sfatare il tabù trasferta, anche se non è l’occasione più comoda”.